La paura, l’ ansia da prestazione, per una giornata di Open-Day alla nostra Scuola di Formazione ADYCA asd. Un’ ansia che si trasforma in leggerezza accogliente. Sparisce lieve, se ne va…. Si trasforma tornando in energia condivisa. Un’ energia all’ insegna della gioia e della voglia di mettersi in gioco.
Noi, ragazzi e allievi del terzo anno, abbiamo proposto dei micro-laboratori, ai partecipanti, ospiti e coraggiosi individui. Eh sì perché per mettersi in gioco ci vuole coraggio. Grata, davvero grata di vedere tanta voglia di fare, per essere. Tra arte, corporeo ed immagini significative.
Sono la quarta partecipante della mattinata, su 8. Sono emozionata, come sempre quando si tratta di parlare in pubblico. Ce la voglio mettere tutta penso. In effetti ce l’ ho messa ed ho pure sforato il tempo, di 15 minuti. Io sono così, il mio tempo è il Kairos, il Chronos non fa molto parte di me. Io sono spesso nel flusso della spontaneità. Questo flusso che arriva da una partecipante. Mentre da un’ altra mi arriva la sua voglia di fluidità, un’ altra mi confida la sensazione di trasformazione, un’ altra ancora di libertà. L’ apertura di C, le illumina il volto.
Io sono lì, in cerchio insieme alle altre. Le invito a percorrere tre fasi di un loro momento attuale. Le invito a raccontarsi attraverso le immagini. Partendo dall’ io ero, io sono ed arrivare al cosa voglio (oggi). Presento loro il collage.
Sì attivano nella ricerca. E’ stato bello osservarle. C’ è stato chi ha finito in tempo, chi invece del tempo non ne voleva sapere. Avrebbe continuato. C’ è stato chi avrebbe voluto del tempo per lasciarsi andare ad altre confidenze.
Lo so, il tempo scorre. Le lancette vanno. Ma io non posso stargli dietro. Io ho il mio…. Lavorerò su questo tema…. Si sappia che per chi ha una bassa qualità della vista come me, il tempo esiste ben poco. E’ stato significativo inoltre per me, sentire gli effetti che ha, chiudere gli occhi per chi vede bene, nel laboratorio di F. Arriva l’ ansia, la voglia di controllo, paura… Ecco ora sapete chi sono …. E perché ho alcune paure…. 😉
In questa giornata, c’ è stato veramente tutto quello che abbiamo sfiorato in questi tre anni. L’ espressivo a 360 gradi: Il corpo, la danza, la scrittura, la poesia, le immagini, lo scarabocchio, il disegno, i talenti…. E soprattutto l’ accoglienza.
Un Gruppo che si incontra con un altro ospite. L’ intimità che ho sentito in alcune fasi dei momenti, è stata bellissima. Come se ci conoscessimo da sempre. Le partecipanti si sono messe in gioco. Si sono aperte. Si sono lasciate andare. Abbiamo creato legami, nell’ ascolto e nelle relazioni. Che bella energia!!!
Questo per me è il successo del counseling e di chi ci ha formato. La tecnica è importante sì. Quello che conta, per me è, anche come ti poni, come ti pro-poni. Lo stile è un processo in divenire. Io sto facendo esperienza. Sto facendo per essere. I rimandi che ho avuto da chi non mi conosceva, me li porterò nel cuore sempre. Quando riesci ad incuriosire qualcuno e lo stimoli ad avere una nuova prospettiva, un nuovo punto di vista e questo rende il potere alla persona, sono felice. Per un nuovo sguardo nel mondo…
Sono felice e soddisfatta eventualmente in futuro mi sperimenterò ancora e ancora… Perché come ha detto una mamma presente (presente davvero)oggi…. “Voglio ancora imparare!”
Grata sempre,
Sarah ❤

Beh…siamo colleghi. Brava!
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Nel senso che sei un artista? O che fai laboratori creativi? O sei counselor? Io non sono un’ artista, vado nel flusso e ciò che viene viene. 😉
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Mi sa che faccio tutte e tre le cose 😄
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Fantastico! 😉
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Mi sa che ci potremmo incontrare presto quando completerò il tutto. Mi manca la tesi e qualche ora di tirocinio in un Ente, e poi chissà che succede. Anche io sono di Roma, quasi collega. 🙂
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