Confort zone, o zona di confort, sempre dello stesso tema stiamo parlando… Parliamo di un luogo dove ci sentiamo al sicuro, dove ci sentiamo protetti. Dove le nostre abitudini prendono il sopravvento. Dove la routine la fa da padrona.
In apparenza non ho nulla contro una zona di questo genere. Perché anche io a volte amo rifugiarmi lì. Mi sento accolta, coccolata, voluta bene, ho tutte le mie cose… Poi all’ improvviso, mi annoio. La ripetizione, mi annoia. Ho bisogno di nuovo, di stimoli, di cambiamenti. Di cambiamenti che diano un nuovo senso alla vita che sto portando avanti. Ho bisogno di coltivare altri interessi. Io ho molti interessi. Apparentemente sembrano slegati gli uni dagli altri, invece uniti essi danno, stanno dando il senso alla mia vita, alla mia Missione di vita.
La zona di confort, fa bene quando hai fatto quello che sentivi di poter fare. Quando hai bisogno di nutrirti, di rigenerarti, di riposarti per ripartire.
Io sono umana, e posso affermare che a volte ho paura di compiere il passo. La mia mente si fa contenitore di incertezze, di dialoghi insensati. Si fa piena di se e di ma… E’ difficile modificare i pensieri distruttivi che la mente genera. Allora mi dico, ora cambio pensiero. E cambiando pensiero cambio luogo. Ho paura quando non ho punti di riferimento, quando non so dove andare e dove appoggiarmi. Ho paura quando mi avventuro da sola. Sono rare le persone che mi seguono e che mi fanno compagnia nei miei viaggi. Poi mi dico, ogni volta che ho fatto un passo con paura, è andata bene. La paura era un motore, uno stimolo ad agire. Le emozioni, sono uno stimolo per agire. Sta a noi decidere, scegliere cosa farne.
Le mie zone di confort non le rinnego, le trasformo, altrimenti mi annoio. E la noia mi paralizza. La motivazione, la mia, è un motivo per agire. Un valido motivo. Forse non ho ancora fatto alcuni passi. Forse non corrispondo agli schemi stabiliti dalla Società per cui a 18 anni fai questo, a 25 sei quello, a 40 passi da questo a questo…. Forse, o forse siccome questi schemi mi annoiano io li ho voluti trasformare in qualcosa che calzasse a me.
Un piccolo esempio: non ho mai studiato come tutti per dovere (infatti andavo male a scuola, all’ università e in formazione invece no andavo e vado bene). Ho sempre studiato come piaceva a me. Non ho detto pareva. Ho detto piaceva. Anche sul lavoro è stato ed è così. Io trasformo, altrimenti mi annoio. E la noia mi uccide.
Per cui la mia, le mie zone di confort le accolgo come stimolo per agire ed adare oltre. Oltre le mie paure ed incertezze. Mi sto allenando. L’ autonomia, l’ interdipendenza si allenano, per essere sane e non perché lo dice qualcuno.
Altre culture vivono in villaggi, con famiglie allargate, i figli sono di tutti…. Ci sono i pro e i contro, a me piace vedere i pro, e l’ altro punto di vista. Come a dire che non c’ è solo il metodo Occidentale.
Io ho sempre avuto l’ intenzione almeno da quando ho aperto gli occhi (sin da piccola, ma non sapevo che strumenti usare in maniera costruttiva…) di cambiare quello che non mi piace. Se questo significa uscire da qualche zona di confort, lo farò, perché lo sentirò.
E’ un processo nel quale investire tempo, sforzi, sofferenze, serenità, amore di sé … E’ un processo lento che comporta frustrazione. Tuttavia la pazienza donerà i suoi frutti. Basta guardare la Natura. la natura che fiorisce secondo i suoi tempi. Un albero non ha paura, aspetta il suo momento.
Sei tu, siamo noi, il Maestro della nostra vita! Viva l’ esperienza!
Cosa ne pensi della zona di confort? Cosa è per te? 😉
Un abbraccio
Sarah ❤