Paura un’ emozione che…

E come spesso faccio, dopo un laboratorio al quale partecipo scrivo una nota. Come sapete io collaboro con Francesca Coddetta, counselor e formatrice. Collaboro al suo EmozionandoUp, un workshop sull’ itelligenza emozionale per bimbi dai 3 ai 5 anni.

Il fatto che io scriva, mi aiuta a metabolizzare il mio vissuto. E mi aiuta a depositare il ricordo, le emozioni esperite.

Sono stata molto contenta di come è andata, voglio proprio dirlo. Sono alle prime armi dopo il diploma triennale e sento che qualche passo in più lo sto facendo, rispettando i miei tempi. Il mio lavoro attuale è un altro per cui dedicarmi alle collaborazioni saltuarie, può farmi lavorare alla conduzione di gruppi un tempo ristretto. Io intanto mi alleno. E’ un’ opportunità preziosa per me.

Insomma dicevo, mi è piaciuto nel suo insieme il laboratorio. Ho visto i bambini ricettivi e rispettosi di loro stessi. Nel senso, se volevano o meno partecipare ai giochi, alle attivazioni. Per esempio una bimba ha manifestato il suo disappunto quando stavo per raccontare in qualità di strega con tanto di cappello,  la storia di Arturo Demostris e il bosco incantato. Mi sono tolta il cappello, si è rasserenata. Così mentre raccontavo la storia, i bimbi dovevano stare attenti alla parola chiave. PAURA, ogni volta che la pronunciavo, dovevano mettersi nelle basi sicure (dei cerchi). Chi non riusciva, la strega lo toccava e diventava una statua di sale. Solo a storia finita, i bambini potevano liberare le statue di sale, con tanti abbracci.

C’’ERA UNA VOLTA UN MOSTRO DI NOME… ARTURO DE’ MOSTRIS C’era una volta un mostro che si chiamava Arturo De’ Mostris, abitava in una casa vecchia e grande su due piani, con grandi finestre, i piatti piccoli e i bicchieri grandi. Insieme a lui viveva sua moglie, la signora Genoveffa De’ Mostris e la loro figlia Cenerentola. Arturo lavorava nell’ufficio della banca dei mostri, la moglie stava in casa e la bambina andava a scuola. Un giorno Arturo si era fatto male al ginocchio ed era andato all’ospedale dei mostri. Il dottore mostro gli aveva messo un bel cerottone e Arturo se ne era tornato a casa. Mentre aspettava di guarire, decise di andare a fare una passeggiata nel bosco. Nel bosco stavano girovagando anche due bambini un po’ birboni, che quando videro da lontano il signor Arturo, decisero di fargli uno scherzetto. Si arrampicarono sull’albero e aspettarono che Arturo passasse di sotto, a quel punto gli saltarono sulla schiena e cominciarono a fargli il solletico. Arturo dalla paura cominciò a correre fino a casa, mentre i bambini ridevano. Una volta arrivato a casa Arturo De’ Mostris decise che non voleva più vedere un bambino perché erano troppo spaventosi.

Anche i mostri hanno paura… 😉

Così la paura è un’ emozione spesso considerata negativa in Società, difficile da gestire. La paura, viene utilizzata per esprimere sia un’ emozione attuale che un’ emozione prevista nel futuro, Oppure una condizione pervasiva ed imprevista, o un semplice stato di preoccupazione e di incertezza. La paura ci mette in allarme davanti a pericoli reali, che comportano stimoli fisici… Voglia di fuggire, sudorazione, contrazione…

I bambini alcuni, hanno paura del buio, altri di essere presi da un uccello e portati via. C’ è chi ha paura dei ragni. Chi invece di rimanere da solo senza amici, di litigare… Insomma esistono molti tipi di paure…

Allora dopo aver ascoltato la storia del libro della paura, di Mouse-Mouse (il topolino narratore), che racchiudeva le sue paure in un libro, abbiamo disegnato a nostra volta le paure che più ci spaventavano.

Ecco la paura di S. lei la regala a me:

Ho ricevuto tante coccole da G. Come se ci proteggessimo a vicenda e l’ unico modo per scampare alla paura erano gli abbracci.

I bambini hanno rispettato i loro tempi e sono riusciti a rispettarsi. La cosa più importante per il loro benessere personale e quello del Gruppo. ❤

Rispettando la paura, accogliamo noi stessi nella nostra complessità.

7 pensieri su “Paura un’ emozione che…

    1. Rispettando la paura, accogliamo noi stessi nella nostra complessità.
      Sono un pò tornato bambino quando avevo paura di molte cose: buio, dell’acqua,ecc.. Ho fatto “mie” queste paure e le ho vinte superando ostacoli che sembravano insormontabili. Si è vero siamo complessi, siamo un dedalo di paure e di insicurezze e la paura è insidiosa, ti spia, ti segue e poi ti prende.

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      1. Grazie per il tuo pensiero. La paura è vero c’ è…. Io direi di accoglierla e di dialogarci. Così diventa un’ alleata. Tu sei consapevole oggi. Bel passo avanti. 😉

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