Scriviamo una Fiaba con Mariarosa Ventura in Modalità FAD

Cosa mi porto via…

Per imparare a scrivere, bisogna scrivere!

Per esempio tieni un diario. E’ un ottimo allenamento alla scrittura.

“Nessun giorno senza una linea”. Disse Plinio il Vecchio, che scriveva spesso sul suo taccuino.

Per raccontare come sono nate le fiabe, dobbiamo prima parlare di archetipi.

Arché: principio/origine.

Typos: forma/immagine

Sono immagini primordiali universali, codici di comportamento che appartengono all’ umanità.

Per Jung inconscio collettivo (sede degli archetipi che raccoglie l’esperienza dell’umanità).

Le fiabe sono l’espressione degli archetipi, di queste immagini primordiali. Per esempio nelle fiabe l’archetipo dei riti di iniziazione è spesso presente. Per esempio i protagonisti devono andare nel bosco. Devono superare delle prove. Incontrano lupi, orchi, streghe cattive, vecchi saggi, sciamani…

Le fiabe, non rappresentano semplicemente uno strumento per addormentare i bambini. Tramandano una antica saggezza capace di risvegliare la coscienza. Di accompagnare l’essere umano a superare le opposizioni quotidiane. A modificare il proprio atteggiamento nei confronti della vita.

Sono antichi racconti popolari. Sono le storie che i popoli primitivi raccontavano davanti al fuoco. Quando gli anziani radunavano i giovani per raccontare la vita. Sono racconti tramandati oralmente. Poi arrivati a noi in forma scritta. Le fiabe parlano al profondo dell’essere umano. A livello bambini e a livello adulti. Perché parlano all’ inconscio dell’Uomo. Ecco perché le fiabe sono l’espressione degli archetipi.

Prima delle fiabe c’ erano i miti. Racconti per spiegare cosa succedeva attorno all’ Uomo. Egli non aveva sufficienti elementi per spiegare fenomeni scientifici e naturali.

I miti parlano di divinità. L’ Uomo si rivolgeva agli dei. Dal divino meraviglioso poi si passa al magico umano (fiabe). Per cui dagli dei si passa ai re, ai maghi, agli orchi. Le fiabe sono miti decaduti espressioni degli archetipi.

L’ archetipo del sé:

Vi mira ogni fiaba. L’ individuazione del sé è trovare la completezza umana, è integrare/equilibrare le forze opposte che da sempre caratterizzano la vita umana. Luce/ombra positivo/negativo. Scopo: raggiungere l’individuazione di sé.  

Fiabe= miti decaduti.

Per Propp mito e fiaba differiscono per la loro funzione sociale (miti: ordini sociali e religiosi, quando decadono, decadono i miti e vengono ricordati come fiabe).

I miti: Racconti terribili e meravigliosi che narrano l’origine dell’Universo dell’Uomo o degli dei e che hanno per protagonisti esseri soprannaturali. Il tempo non è mai precisato. I miti nascono per spiegare all’ Uomo la vita che lo circonda.

Le leggende: tipi di racconti molto antichi. Come il mito e la fiaba, le leggende fan parte del patrimonio culturale di tutti i popoli. Appartengono alla tradizione orale e nella narrazione mescola al reale il meraviglioso. Partono da eventi storici realmente accaduti in un tempo definito a cui si sono aggiunti elementi reali e magici.

Le Fiabe; Racconti (fabula). Narrazioni medio brevi di origine popolare in prosa. Protagonisti: orchi, streghe, giganti… Tramandate di generazione in generazione. Di solito non hanno un intento morale esplicito. Finalità: intrattenimento.

Favola: Finalità moralistica. Breve racconto in prosa o in versi. Protagonisti sono animali antropomorfi: animali che incarnano caratteristiche umane. Vicende realistiche aderenti alla vita quotidiana. No magia.

Il tempo nelle fiabe non è definito. I personaggi nelle fiabe non hanno sfumature. Sono belli o sono brutti. Sono buoni o sono cattivi. Nelle fiabe la morale è sottintesa.

Charles Perrault

1628 Francia

Pelle d’ asino; Cenerentola; Il Gatto con gli stivali.

Fratelli Grimm

Uno 1775, l’altro 1786. Vicino Francoforte. Trascrivono le fiabe, della tradizione tedesca. Dalla tradizione orale a quella scritta. Fiabe concepite per gli adulti non per i bambini. Versioni cruenti.

Esempio, la Cenerentola dei Grimm. Le due sorelle vengono accecate dalle colombe amiche di Cenerentola. Per punirle mangiano loro gli occhi.

Le fiabe parlano all’ inconscio per cui il bambino comprende quello che può e poi da adulto capirà di più. Ecco perché van fatte leggere le fiabe tutte ai bambini. Anche quelle più cruenti.

I bambini sanno che possono perdersi ed essere abbandonati dai genitori. I bambini apprendono che le difficoltà possono essere superate.

Così, le fiabe vanno lette per aiutare psicologicamente i bambini. Il bambino che già conosce le varie paure (essere abbandonato, perdersi), saprà come affrontarle.

La paura va affrontata, bisogna esserne consapevoli.

Hans Cristian Andersen

Danimarca 1805.

La principessa sul pisello. La sirenetta. La piccola fiammiferaia.

Dà vita alla fiaba d’ autore. Crea quello che non esisteva prima di lui. Non ci sono maghi, streghe… Storie costruite nel suo vissuto giovanile. Esempio il tema del diverso. Esempio, il brutto anatroccolo, persona che non trova il suo posto nel mondo.

Andersen, non era un bell’ uomo. Si sentiva diverso e decise di rimanere per sempre scapolo. Emarginazione sentimentale; non sentirsi amato come il soldatino di stagno.

Riesce a dar vita ad oggetti inanimati.

Luigi Capuana Mines

Verista. 1839 Catania.

Prosa, filastrocche.

Fiaba: Piuma d’ oro.

Italo Calvino

1929 Santiago de La Vegas de La Habana.

1956 Fiabe Italiane.

Gianni Rodari

Scrittore, giornalista, pedagogista, poeta.

Tema del fantastico. Letteratura per ragazzi.

“Grammatica della fantasia”, un’arte per inventare storie.

Fiabe: linguaggio universale arrivano a tutti.

Le fiabe parlano di vita vera. Narrano di ostacoli e difficoltà.

Le fiabe offrono soluzioni e le avversità fan crescere.

Bruno Bettelheim: “Il mondo incantato.”

Fiaba espressione dei bisogni dell’uomo.

Fiabe come grandi tappe dell’esistenza umana.

Fiabe come eventi critici del ciclo famigliare.

Fiabe come i passaggi fondamentali per la costruzione dell’identità.

Per Calvino, fiabe come spiegazione generale della vita in forma simbolica.

Le fiabe iniziano sempre con un problema. E poi finiscono con la soluzione al problema. Il lettore può riconoscersi e identificarsi e trovare nuove modalità di comportamento e nuove soluzioni per superare le difficoltà che incontra nel suo cammino.

Ogni fiaba ci dona un insegnamento.

Cappuccetto Rosso Perrault Grimm.

Messaggio? Le bambine fanno male a dare retta agli sconosciuti.

Non c’è nessuna salvezza in Perrault. La nonna e Cappuccetto muoiono divorate dal lupo. La fiaba non ha un lieto fine. Questa fiaba non assolve.

Monito: diffidare dagli sconosciuti.

Cappuccetto è qui disinibita entra nel letto con il lupo.

Perrault rende tutto più esplicito (sensualità, seduzione).

I fratelli Grimm introducono il cacciator/taglialegna

La fiaba assolve alla sua funzione educativa/pedagogica: difficoltà superata.

Le 3 piume dei Grimm:

Passaggi interiori per crescere, per passare ad un livello superiore.

Solo quando ci guardiamo dentro ed affrontiamo i nostri ostacoli ci liberiamo. L’ aiutante magico=risorse interiori (il rospo che aiuta il grullo).

Il grullo=saggezza.

Archetipo: rito di iniziazione, si allontanano da casa e riportano dei tesori, per dimostrare che sono cresciuti.

Fiaba percorso interiore per esplorare profondamente se stessi.

Clicca sulla foto per scoprire dove ho trovato il corso:

Meno male che ci sono le fiabe. Quando ero piccola mi piaceva ascoltarle. Me le raccontava mia nonna o il mio papà. Oppure mettevo sù i 45 giri di “A mille ce n’è”. E le cassette de “I raccontastorie”, ve le ricordate? Che belle voci! Erano il mio luogo-rifugio. Quando ero triste, quando ero ammalata, quando volevo un po’ di magia nella mia vita. Adoravo Il gigante egoista, di Oscar Wilde. Adoravo Gobbolino il gatto della strega. Adoravo Il Piccolo Principe…. Oggi ancora adoro queste fiabe, e questi momenti di coccola. Per questo voglio imparare a scriverne. Ho bisogno di un rifugio sicuro che mi contenga un po’. Forse dentro me, sta emergendo um’ altra storia. Tutta da raccontare. 💘#MezziEspressivi#Scrivere#Fiabe Essere ipovedente mi ha permesso di offrire una grande immaginazione, per orientarmi nel mondo, e trovare un posto.

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