Gestalt Counseling – Petrüska Clarkson – Relazione

Nella presente relazione esporrò ciò che mi porto via come ArtCounselor. del concetto di Gestalt, spiegato e descritto dall’autrice nel suo testo. La Gestalt, come approccio significativo del ciclo del contatto, utile sia nella vita quotidiana che, negli incontri ipotetici, counselor-cliente.

La Gestalt, riguarda l’intero, l’ambiente, il contesto, i sensi, il tutto… Dove il tutto prende forma.

La Gestalt è, ad orientamento esistenzialista, utilizza ed integra, la metafora, la fantasia, le immagini, il linguaggio, il corpo, le emozioni, le sensazioni…

La Gestalt è un processo che utilizza strumenti come: la relazione, la consapevolezza e l’esperienza.

L’ approccio della Gestalt fiorisce negli anni ’50 e ’60 e prende le sue origini dalla psicologia umanistica.

Frederick Perls, uno psicoterapeuta, psicanalista, portò avanti concetti e principi della psicologia della Gestalt, facendo suoi quelli di figura e sfondo, luoghi dove si celano i bisogni degli individui. In effetti, si ritiene che le persone abbiano bisogno di dare un senso, un significato alle loro percezioni, alle loro esperienze, alla loro esistenza.

Le forme di figura e sfondo non possono essere percepite allo stesso modo. Ovvero, quando una è la figura, l’altra è lo sfondo e viceversa. Poiché è la figura che suscita il maggior interesse della persona, un suo bisogno imminente, una sua difficoltà, tutto il resto va in sfondo.

Così la sequenza dei momenti di alternanza tra figura e sfondo è detta: ciclo dell’esperienza o ciclo della formazione e distruzione della Gestalt.

Quando i bisogni sono insoddisfatti, la Gestalt si dice, incompiuta e questo potrebbe rendere invivibile la situazione.

Una relazione autentica tra counselor e cliente è una caratteristica fondamentale, per la riuscita del processo di crescita. È un incontro in primis, tra due esistenze esortate ad essere se stesse, nel Qui e Ora.

L’ approccio della Gestalt non ha tecniche, tranne che trattarsi come esseri umani. Cliente e operatore si relazionano come esseri degni di intelligenza e di responsabilità. L’ impegno, la creatività, e l’esperienza, sono di gran valore per il counselor e il cliente.

Cito a questo punto le parole di Perls:

Io sono la mia via e tu la tua.
Io non sono in questo mondo per rispondere alle tue aspettative
e tu non sei in questo mondo per rispondere alle mie.
Tu sei tu e io sono io…
e se per caso ci incontriamo
allora è splendido!
Altrimenti non ci possiamo fare niente!

E così giungiamo agli Stadi del Ciclo:

Il ritiro o riposo: è la fase di calma riposante. Non ci sono bisogni imminenti da soddisfare. Una Gestalt precedente si è compiuta con soddisfazione ed ora ci si rilassa senza aspettative.

La sensazione: la persona, non può rimanere in uno stato di riposo indefinito. Si prepara quindi l’emergere di un bisogno che può aver sentito anche attraverso sensazioni fisiche.

La consapevolezza: essere cosciente del bisogno. Inizio della fiducia con il counselor.

La mobilizzazione: tutte le energie sono concentrate a soddisfare il bisogno consapevole. Il counselor guida il cliente, facilitando l’ indirizzazione delle energie. Si crea l’alleanza operativa.

L’ azione: o fase di contatto. La persona attraverso le sue capacità consapevoli cerca di superare con le sue risorse, impasse, problemi ed ostacoli.

Il contatto finale: o contatto pieno con il proprio bisogno e le ferite, va verso il cambiamento. Risoluzione dell’impasse.

La soddisfazione: o compimento della Gestalt nel post contatto.

Torniamo così al ritiro, o vuoto fertile, un nuovo bisogno latente potrebbe emergere.

Ovviamente possono emergere delle disfunzioni nel ciclo:

Come l’evitamento di una situazione o di una persona.

Come l’introiezione, tutto ciò che figure di riferimento ci hanno passato come doveri o regole.

Come la proiezione ovvero vedere negli altri ciò che non vediamo in noi.

Come la retroflessione. Fare a se stessi quello che non si vuole/può fare agli altri.

Il counselor dovrà essere bravo nel capire da dove partire con il cliente, rispetto al ciclo. Non è detto che si parta dalla stesso punto, sempre.

Il counselor allestirà un setting favorevole alle esperienze del cliente, quindi una stanza, con cuscini colorati, spaziosa e accogliente. Così da far muovere anche fisicamente nello spazio, il cliente che oltre a raccontarsi, sperimenta.

Il counselor creerà insieme al suo cliente una relazione il più autentica e congruente possibilmente partendo da se stesso.

Un counselor sufficientemente buono rispetterà il suo cliente come essere umano. Si impegnerà con responsabilità a seguire se necessario, terapie personali o supervisioni per essere anche lui sempre più consapevole. Un counselor con curiosità e creatività continuerà a crescere e a sperimentarsi. Egli avrà come obiettivo la congruenza, sapendo che la relazione con un cliente è simile se non uguale ad una Gestalt compiuta o incompiuta.

«Il tutto è più della somma delle singole parti».

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