Per intraprendere questo percorso formativo, è necessario prima di tutto avere una grande e forte motivazione interiore, unita alla volontà, alla scelta e al bisogno, che muovono la decisione di farlo. Infatti chi intraprende il cammino formativo è qualcuno che ama mettersi in gioco e in discussione. E’ colui o colei, che davanti alle proprie paure, alle proprie resistenze, cerca il come risolverle e non il perché dovrebbe. Il come, denota un processo di comprensione. Il perché, la causa. Spesso trovare la causa, o la colpa non serve. E’ poco efficace.
E’ necessario comprendere che la responsabilità degli eventi è nostra. Io, prima di scegliere di studiare per diventare Artcounselor, ho fatto diversi percorsi di crescita personale. Ho seguito laboratori di crescita, di gruppo ed individuali. Sono stata cliente di coach, formatori e counselor. E’ di fondamentale importanza mettersi a nudo, per comprendere che noi siamo esseri in evoluzione. Che la vita prende senso oltre il possibile. Siamo esseri creativi, possiamo noi da soli risolvere le nostre difficoltà. Semplicemente a volte abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni, per aiutarci a vedere, quello che nel momento presente, non riusciamo a vedere e per questo soffochiamo le nostre emozioni, il nostro sentire.
Questo voglio fare della mia vita. Solo dopo tanta gavetta è possibile. Perché un buon artcounselor è colui che ha attraversato la sofferenza, è un guerriero ferito. E’ colui che ha fatto della sua ferita, una feritoia. Ed è solo dopo aver superato tutto ciò che con arte e amore, potrà accompagnare chi sceglierà di consultarlo.
Per cui sì, chiunque è disposto a fare tutto ciò, può pensare di formarsi. Per me è una missione.
Ho da 2 mesi terminato il percorso triennale, che mi porterà presto al Diploma. Lavorando 40 ore a settimane è un po’ complicato lavorare sulla tesi. Tuttavia sto attivandomi. Mi attivo gratificandomi con momenti di piacere alternati al riposo. Sto ammorbidendo la mia personalità che a volte torna ad insinuarsi rigida e doverosa, deve fare. Il dovere è un buon alleato, abusarne porta un senso di fatica e una mancanza di energie.
Mentre sto svolgendo attività di tirocinio, prendo a cuore i feedback che mi tornano:
Divertiti, lasciati andare, libera la creatività che hai, perché ne hai.
Cerca di non far pagare ad altri le tue sensazioni e i tuoi giudizi su di te. La tua imperfezione, il tuo sentirti insicura, è un dono per chi affianchi. Poiché permetti al facilitatore di sbagliare e di essere imperfetto.
Sei in un luogo protetto, permettiti di fare errori e di essere te stessa, come veramente sei.
Ecco che mi rendo conto che sto seguendo e ascoltando i miei tempi. Mi diplomerò più in là, secondo quando sarà giusto per me. Con la consapevolezza, che sto facendo del mio meglio, rispettando me stessa, i miei bisogni e la bimba interiore che a volte vuole giocare e per questo reclama piangendo: attenzione.
Credo nel viaggio, nel Viaggio Creativo, dove all’ inizio ero spigolosa, oggi, le punte si stanno arrotondando. Credo nel processo, la meta? Sarà quel che sarà. Intanto fa bene a me.
Gli occhi sono lucidi, sono stanchi ed io sono commossa di me stessa. Di quello che sto diventando. Anche se maldestra, anche se con le lacrime. Tuttavia quello che so è che è quello che voglio. Voglio essere quello che veramente sono.
Al momento sono in formazione. Al momento sono la mia cliente. La prima per cui, sarò empatica con lei. L’ ascolterò e l’ accetterò così come è, sospendendo il giudizio.
Vediamo cosa mi rimanderà a fine percorso… 😉
Il counseling è un investimento a lungo termine. Fidatevi e affidatevi.
Una tirocinante in formazione permanente.
❤