Un passo di danza alla volta cammino accanto a te

Cosa succederebbe se un giorno dovessi ricomporre te stessa durante un viaggio. Sì dico proprio a te che mi stai leggendo, ora. Ricomporre te stessa, prendendo e lasciando pezzetti di te. Come si dice tutto è utile e quando non lo è, lo si butta via. Oppure lo si scambia con il pezzetto di qualcun altro. O no? Infondo entrare in relazione con l’Altro è anche questo. Magari puoi rimanere frustrata perché il pezzettino dell’ Altro che volevi prenderti, l’ Altro beh, non voleva dartelo. Non si può avere tutto, bisogna starci. Fare con.

Così il mio Viaggio inizia venerdì, con l’ esperienza, del collage ideato da Re Barbus. Una ragazza, molto pimpante e frizzante di nome Vissia, che ha molte cose da raccontare. Grazie a questo laboratorio ho compreso, che sono stata coerente, con i miei pezzetti, con lo scambiarli, con il non volerli scambiare. Sono rimasta male due volte, ho dovuto cedere due pezzetti ambiti. Non volevano lasciarmeli. A volte accade, posso superare anche questo. Così ci sto. Sono stata coerente. Le figure, i pezzettini, mi hanno aiutato a ricompormi. Io sono, io sono anche questa. Tra gioie, dolori e frustrazioni. Va bene così.

Ricomponendo me stessa, faccio tappa nel mondo dei confini e dei significati Comincio a dare un senso alla mia formazione professionalizzante, il counseling. Il counseling che fa parte della relazione d’ aiuto. Poi una domanda sorge spontanea, fa riflettere. Cosa significa relazione d’ aiuto e cosa significa aiuto? Un silenzio sorge. Qual’ è il confine? Come possiamo dissipare la confusione tra le varie professioni d’ aiuto? Tutte nascono con una relazione? Tutto questo fa riflettere. Fa riflettere davvero.

La relazione d’ aiuto fa pensare a: Incontro, ascolto, accoglienza, comunicazione, presenza, empatia, fiducia, collaborazione, compromesso, cambiamento, alleanza, trasformazione, scambio, consapevolezza, rapporto, dialogo, intimità, profondità, accompagnamento, ricerca, esplorazione, sviluppo, competenze…. Nella relazione d’ aiuto si porta così, la competenza, e non il consiglio.

Così per me, la relazione d’ aiuto è instaurare un rapporto a due tra l’ operatore e il cliente demandeur, dove condividere e affrontare insieme, la difficoltà momentanea del cliente. Un rapporto basato sulla fiducia, l’ accoglienza, l’ ascolto, la presenza e l’ empatia. Un luogo sereno dove sentirsi sicuri e protetti, per potersi affidare.

E poi ancora, per me aiuto è: stare vicina ad una persona, ascoltarla e mettermi nei suoi panni. Aiutare è cercare insieme una soluzione costruttiva. Aiutare è anche non aiutare, mettersi in disparte e lasciar fare l’ Altro. L’ altro che forse non ha chiesto nessun aiuto. Lasciare che l’ altro abbia la possibilità di scegliere.

L’ ultima tappa del Viaggio di questo week end intenso, ci porta a scoprire qual’ è il nostro stile, il nostro approccio. Insomma a che punto siamo dopo due anni di formazione? Quali competenze ci riconosciamo e quali accora da sviluppare? Siamo caduti, abbiamo pianto e ancora oggi qualche lacrima sbuca. Tutto è perfetto, siamo in evoluzione. Coccoliamo il nostro bambino interiore, accogliamo il condominio delle voci introiettate per integrarle e prendere le distanze. Siamo resilienti perché respiriamo a ritmo e danziamo. Danziamo ad occhi aperti, bendati. Danziamo e respiriamo. Shiva e Shakta si uniscono. Consapevolezza e vibrazione creativa sorgono. Siamo uno, siamo uniti. Siamo io-corpo, insieme e da sola. Siamo carichi, siamo energici.

Abbiamo tutte le risorse dentro di noi per poter fare emergere le nostre competenze. Abbiamo sofferto e abbiamo gioito, siamo pronti, un passo di danza alla volta, per far danzare anche te!

Ti aspetto! ❤

Un passo di danza alla volta – Io, Counselor in formazione

 

 

6 pensieri su “Un passo di danza alla volta cammino accanto a te

  1. Chiudo gli occhi ed immagino: due persone che si camminano a fianco andando a passo di danza…
    Basta questa sola immagine a dare un senso di leggerezza impagabile ad un cammino in due…
    Nello scritto finale ci sono molte affermazioni, una più significativa dell’altra, ma io preferisco “qui ed ora” perché pur sembrando così precise nel circoscrivere lo spazio ed il tempo a me danno il senso di spazialità e di temporalità infinite…. Perché dicendo “qui ed ora” io penso non solo ad oggi…ma al domani…ed a tutti i giorni che seguiranno.

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