La violenza quella subdola è ancora più meschina! Poiché esula dal confronto 1-1 e necessita di coalizione con terzi.
Questa la mia riflessione di oggi. Una vita a pensare che fossi io il problema e che non andavo bene così come ero. Bene la fine del primo tempo è arrivato. Già, è arrivato. Adesso inizia il secondo, in tutta serenità.
E’ un po’ come dire, la brutta copia di un tema. Un po’ come le prove dietro le quinte. Beh oggi è ora di andare in scena. Il sipario si sta alzando. Sono io la protagonista, la protagonista del mio show: la Vita.
Ho sempre avuto difficoltà. Da bambina, da adolescente, a volte anche oggi, che sono quasi adulta. 😉 Che genere di difficoltà? Diciamo difficoltà ad essere quello che volevano che io fossi. Un po’ questa parte l’ ho fatta. Ma era un ruolo che non sentivo mio. Recitavo un ruolo, non ero autentica. Mi stava stretto questo ruolo. Quando cercavo di ribellarmi a questa parte, le persone al mio fianco sparivano, si dileguavano, si coalizzavano. Mah, mi dicevo, cosa ho fatto? Ho solo fatto presente come volevo essere. Non va bene?
Non va bene, non vado bene. Per quanto tempo mi sono sentita ripetermi questo. Poi all’ improvviso, dopo aver attraversato, tristezza, malinconia e rabbia, mi sono detta adesso con tutto questo ci faccio qualcosa. Non sapevo che ero un’ antropologa. Non sapevo che stavo portando avanti un percorso di crescita da sola. Chiaramente i miei metodi erano grezzi, talmente grezzi che ho chiesto aiuto, poi. Come a dire, io so quello che voglio, ho solo bisogno di togliere la polvere dalle risorse che ho e che non vedo più. Così ho incontrato le persone giuste, al momento giusto.
Durante il mio Cammino poi, forse per ingenuità, o forse perché fondamentalmente mi fido dell’ Altro, anche se mi proteggo, mi hanno manipolata. Ci sono riusciti. Quando sei fragile e ti vedono nel bisogno, lo fanno. Ti stanno vicino finché gli sei utile e poi, ti scanzano, ti zittiscono, ti parlano con aria superficiale e disinteressata. Non ti guardano. Ci ho sofferto, a volte, ci soffro ancora, ma poi mi dico: Cosa ci faccio con tutto questo?
Ho 2 scelte:
Fare lo stesso male a loro
Trasformare quel male per me, in opportunità di crescita. La vendetta non serve. Io utilizzo i fatti e l’ esempio e chi vuole capire, capirà. Ho fiducia in questo. Poche parole, più fatti.
A me non interessa primeggiare. A me interessa avere un po’ di spazio, nel mondo. Se siamo come stelle, ognuno ha il suo posto nel mondo. Ognuno ha il suo spazio nell’ universo. Io ci credo.
Sono una persona resiliente, tosta, che non molla e non la dà vinta. Sono motivata. Sono congruente e coerente. Io sono quello che è. E lo si può vedere. E lo si può toccare con mano, quello che sono. Ho re-imparato ad ascoltare, a fidarmi delle mie intuizioni, delle mie sensazioni. Non sbagliano. Eh no… Non sbagliano. Sono il mio terzo occhio, visto che i miei due sono difettosi. Non è facile consapevolizzare tutto questo. Tuttavia è possibile.
Credo proprio di poter dire che sulla Terra io stia facendo tirocinio, ops esperienza… E sono grata a tutto questo. La vendetta non mi serve. mi serve il fare, il fare per essere, l’ essere per fare. E’ questo il mio programma.
Antropologia nel Counseling. Osservo, sono in presenza partecipata, dico si e accetto, sto con quello che che c’ è.
Il corpo parla…
Finalmente respiro pienamente.
Sono libera!
Su il sipario!
Esserci, esser qui
È già un grande risultato
Esserci, esser qui
Senza avere mai barato