Ascoltami!

congruenza

Molte sono le persone che guardando i post che pubblico su Facebook, mi chiedono cosa mi stia succedendo. Notano post spirituali. Post profondi. Post di crescita personale. Ed infine post sul Counseling. Io credo che semplicemente stia ampliando i miei interessi. Ripeto, l’ ho già scritto, a me piace spaziare. Mi interesso di tante cose. Mi interesso soprattutto di counseling. perché un giorno vorrei diventare counselor. E perché io credo moltissimo nel ruolo che ricopro nel mio lavoro attuale. Una figura di supporto non può che beneficiare di queste conoscenze.

Voglio diventare counselor, perché la vedo come la missione che caratterizza questa permanenza sulla Terra. E siccome mi piace dare senso alle cose, come sapete, dare un senso alla mia vita mi rende felice.

Per tutti i curiosi scrivo qui cosa è il counseling e chi è il counselor.

L’ obiettivo del counselor e di conseguenza del processo di counseling, è individuare insieme al cliente che sceglie di farsi aiutare, il non agio che lo spinge alla confusione, al conflitto, al problema.

Il counselor cercherà di aiutare il cliente nella maniera più costruttiva e spontanea possibile, nel qui ed ora di quel momento.

Per iniziare il counselor ascolterà il cliente. Lo ascolterà attivamente, a 360 gradi. Ponendo un’ attenzione ed un accettazione incondizionata su di lui. Lo osserverà attentamente. Sarà centrato su di lui. Un ruolo fondamentale lo giocherà, l’ empatia.

Il counselor si farà base sicura. Sospenderà il giudizio. Lo comprenderà. Tuttavia comprendere e accettare non è sinonimo di passività. Anzi è proprio un atto di accoglienza. Poiché ascoltare e accettare l’Altro per come è, significa apertura da ambo le parti. Qui entrerà in scena la responsabilità e la congruenza. Quando sia il counselor che il cliente avranno il coraggio di essere congruenti ed autentici, si potrà parlare di alleanza terapeutica. Si potrà pensare di trovare gli strumenti per risolvere quei problemi che il cliente era venuto a presentare.

il counselor sarà bravo a sospendere il giudizio. Sarà bravo a sospendere inoltre:

La valutazione

L’ interpretazione

Il sostegno

La soluzione

L’ indagine

Se questo non avvenisse il cliente non si sentirebbe compreso. Ma si sentirebbe svalutato. Sentirebbe come se il counselor volesse sbarazzarsi di lui e trovare subito una soluzione. Il sostegno non è una pacca sulla spalla, una carezza. Almeno non solo. E’ la volontà e la capacità di creare relazione di comprensione e fiducia da ambo le parti. E’ la capacità da parte del counselor di osservare e fare le domande giuste al cliente. E’ la capacità del counselor di leggere i silenzi e le pause del cliente. Il non detto è fondamentale nel rapporto. Porre le giuste domande per esplorare è vitale. Come è vitale riformulare, parafrasare, entrare in empatia.

Per tutto questo ci vuole CUORE:

Comprendere

Uscire da sé

Oggettivare

Riformulare

Empatizzare

Fa bene ad entrambe, cliente e counselor. E’ fondamentale contestualizzare, e andare per esempi validi e concreti. Questo aiuta entrambe. Questo agevola la relazione d’ aiuto.

In sintesi il counselor è un artista creativo. Poche tecniche. Pochi strumenti.

Egli ti aiuterà, ti agevolerà. Bada bene, ti insegnerà a pescare, non ti sfamerà con un pesce. Ti insegnerà a nuotare, non ti salverà ogni volta che affogherai.

Il counselor ti accompagnerà mentre dipingerai la tua tela, mentre scriverai la tua canzone. Utilizzando tutte le tue risorse.

E poi un giorno quando lo vorrai sarai tu a decidere cosa fare e dove andare.

Io decisi di salire in bicicletta, potevo andar, volevo andare. Mi tolsero le rotelline, mi ritrovai al mare. Quanto nuotai oh dio solo sa quanto.

Ritrovai me stessa. ritrovai chi ero. Veramente. Finalmente!

“Solo quando mi accetto come sono, posso cambiare […] Noi non possiamo cambiare, non possiamo allontanarci da ciò che siamo, finché non accettiamo fino in fondo ciò che siamo. Allora sembra che il cambiamento avvenga quasi inavvertitamente. […] Più mi sforzo di essere semplicemente me stesso in tutta la complessità della vita, e mi sforzo di capire e di accettare quanto c’è veramente in me e negli altri, più ho la possibilità di provocare un cambiamento maggiore.” Carl Rogers

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