Counseling e Disabilità

In un mondo dove tutti credono di aver capito tutto, io invece credo di poter ancora scoprire qualcosa. In un mondo dove la maggior parte si sente arrivata, si sente esperta, si sente in dovere di dirti cosa fare perché questa maggior parte sa cosa sia meglio per te, io decido di osservare e se richiesto di dare la mia di opinione. A me piace il confronto e non il conflitto. A me piace fare esperienza e non dare tutto per scontato. E da qui nasce la mia volontà di fare una ricerca e un’ esperienza che unisca il counseling e la disabilità.

Sicuramente non avrò scoperto l’ acqua calda, sicuramente già in molti avranno scritto libri, svolto tesi in merito, o fondato associazioni. Tuttavia ho bisogno di calarmi in questa ricerca, principalmente perché voglio trovare un mio stile (nel counseling) e avendo un problema di vista dalla nascita che mi mette nell’ etichetta della dis-abilità, allora, unire questi due aspetti potrà essermi utile. Utile per prima a me stessa, per conoscermi meglio. Per accogliere questa diversità. Per comprendere cosa si prova a stare in questa situazione. E ci voglio stare con il “sorriso” come Fabrizio Frizzi. Voglio pensare e credere che la vita è meravigliosa, come diceva spesso Frizzi. Frizzi che ha continuato a lavorare sino alla fine. Regalando ad Andrea un concorrente, un abbraccio e un consiglio, che solo un padre sufficientemente buono può dare.

In cosa può essere utile il counseling, se mi leggete da un po’, lo sapete. E’ un processo, è un percorso breve di crescita personale, che ha l’ obiettivo primo di migliorare la relazione a 360 gradi. E’ il potenziamento delle risorse della persona, che fa la richiesta del consulto. E’ il fare un passo, poi un altro in totale autonomia dopo essere stato accompagnato e guidato per un po’ di tempo nel Qui e Ora dell’ apparente difficoltà. Il cliente insomma cresce. Metaforicamente, da bambino diventa adolescente e poi finalmente adulto. E tutte le sue parti interiori prima frammentate, si uniscono. Il conflitto termina poiché ogni parte è necessaria. Luce ed ombra si integrano. Regalando autenticità, congruenza e accoglienza. Regalando empatia e ascolto attivo. Così aumenta l’ amore di sé e l’ auto-fiducia.

La disabilità probabilmente la si conosce soltanto in maniera superficiale. Chi non la indossa, chi non frequenta luoghi, chi la vede solo nei programmi televisivi, può capire ben poco. La disabilità a volte non è una difficoltà di chi la porta. E’ piuttosto il problema di chi circonda il soggetto ina-abile. Chi ne è affetto spesso non sa come spiegarsi perché non è un problema, anzi è la sua normalità. Diventa un problema quando chi lo circonda non la accetta questa situazione. O si sente in colpa, o lo deride. Insomma il disabile si sente visto in maniera diversa, ed è questa immagine che gli altri hanno di lui che lo fanno sentire diverso, anormale, e strano. Così più che aiutare i bambini o i ragazzi speciali mi focalizzerei per ora che sono in formazione, sui genitori o sugli adulti che riscontrano difficoltà nell’ accogliere la disabilità altrui.

In questi giorni ho frequentato un paio di Associazioni che aiutano bambini e ragazzi speciali, così li chiamano, ad essere il più autonomi possibile. Questo progetto mi ha colpito moltissimo, perché anche il counselor aiuta il suo cliente a “camminare piano piano per arrivare alla totale autonomia”. Un passo alla volta, quindi dodici o quindici a seconda della situazione. A seconda del bisogno del cliente.

Mi viene da pensare che conoscendo io il mondo dei “normodotati” e quello della disabilità ed essendo come dire un ibrido in questo senso, io possa un giorno essere di aiuto ad un tipo di relazione che abbia queste due tematiche.

Possiamo dare il nome e l’ etichetta che vogliamo: siamo tutti abili in qualcosa. Cosa ne pensate? Mi piacerebbe se ognuno di voi mi desse un feedback in merito.

Buona Pasqua! Buona Rinascita con il sorriso! ❤

2 pensieri su “Counseling e Disabilità

  1. Il tuo articolo, mi permetto di darti del tu, mi è piaciuto moltissimo. Al momento, con la mia cooperativa sociale, sto seguendo un progetto europeo il cui spirito di fondo è la ricerca di strumenti per aiutare persone con disabilità a percorrere il difficile cammino verso l’ autonomia lavorativa. Abbiamo idee allineate, ti seguirò! In bocca al lupo per il tuo percorso di vita. Un abbraccio, Silvia

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