Psss, hey?! Dico proprio a te! Sì a te che mi stai leggendo incuriosito dal titolo del mio post! Ascolta un attimo! Ti è mai capitato che ti facessero questa domanda? Che sia per lavoro o per una semplice chiaccherata? Ti è mai capitato che magari qualcuno se ne uscisse con un secco. “Parlami di te!”
Ecco a me sì. E molto spesso dentro la mia testa una vocina squillante si mette a dire: “E mo’ che je dico a questi?” Per chi non è romano, in sostanza significa “E adesso cosa gli racconto?”
Da che parte iniziare appunto. Nella mia testa sento una specie di terremoto. Come se tutte le informazioni facessero a cazzotti per essere discusse per prime. Come se fossero in competizione tra loro. Mi sento sfinita già prima di iniziare.
Da che parte inizio? 30 veloci secondi per cominciare, non ho tempo…. Devo capire chi ho davanti prima. Cosa può interessare al mio interlocutore. Se fosse un colloquio di lavoro ovviamente comincerei con un mi chiamo Sarah, molto banale e poco originale. Ma devo dare il via in qualche modo, poi l’ originalità sicuramente si imporrà durante la mia esposizione… Se invece parlassi con un collega, magari comincerei con definirmi: ruolo, profilo e magari scherzando per allentare la tensione gli direi di scrivere il mio nome con l’ H finale, poiché io ci tengo. Infatti spesso dico “Mi chiamo Sarah con l’ H!” E lì noto che la tensione si scioglie e si inizia a scherzare. Chiaramente va da sé che riesco poi a parlare di me, perché l’ interlocutore se ha tempo, mi domanda il perché di Sarah con l’h…. E io procedo, vado con la mia piccola storia.
Ma il problema nasce quando hai davanti una persona, fredda, distante e distaccata che all’ apparenza ti pone questa domanda tanto per, tanto per fare una conversazione, forzata e magari cordiale.
In quest ultimo caso a me risulta difficile interagire, e a te?
Come si fa a parlare di sé a qualcuno a cui non sai se interessa veramente quello che gli stai dicendo? E poi penso, però l’ ha chiesto lui di parlare di me in fondo… perché mi sento a disagio?
So che per interagire con l’ Altro si innescano dei meccanismi nella testa. Ognuno di noi ha ricevuto un’ educazione. Ognuno di noi ha dei filtri, ognuno di noi usa parole per esprimersi. So che ognuno di noi ha una storia. Ma andare incontro all’ Altro e parlare di sé, almeno a me risulta ancora oggi, difficile.
Mi risulta così, perché ho troppo di me da dire. La mia storia è vasta, è complessa, e la strutturazione, l’ organizzazione non è il mio forte. Una mia collega se ne è accorta, e spesso per aiutarmi dice “Sarah, focalizzati sull’ obiettivo, su ciò che ti viene richiesto!” Non so quante volte me l’ abbia detto. Ma so che ogni volta mi fa bene e male sentirmelo dire. Tuttavia, dopo una mia sbandata, riesce sempre a rimettermi in carreggiata! Grazie!
Dicevo, magari dovrei strutturare nella testa delle schede, degli schemi da tirar fuori ogni volta che mi si presenta una tipologia di persona a cui presentarmi. Però ricordo sempre con piacere, un coach ed un formatore che mi suggerivano di dare spazio alla mia spontaneità. Cioè, di non prepararmi niente. Dicevano che io sono unica ed originale quando vado tranquilla per la mia strada.
Probabilmente è vero, io sono una persona spontanea e tranquilla quando vado per la mia strada. Probabilmnete perché sono sicura di ciò che dico. Riesco a far capire con metafore, esempi ed anedoti chi sono. In fondo ho deciso di presentarmi all’ Altro come quando scrivo. Le idee poi prenderanno da sole il posto che spetta loro. E poi l’ Altro mi aiuterà con qualche domanda Domande che per me sono un pilastro, un supporto, una guida per la direzione della mia storia.
E allora che dire quando mi chiederano: “Mi parli di lei!” / “Parlami di te!” ?
Mi chiamo Sarah, Sarah con l’ H finale. Nata all’ Estero figlia del Mondo. Sono una viaggiatrice. Una viaggiatrice che ama viaggiare nella vita e con la fantasia.. Aiuto le persone, supporto i colleghi . Scrivo per depositare, scrivo per condividere. Ciò che mi contraddistingue? La Spontaneità!
Non so se quanto scritto funzionerà con chi mi porrà il quesito. Quello che so con certezza è che parlando di me a modo mio, valorizzerò chi sono, perché in quel momento io sarò io e solo io con la mia personalità! E chissà, magari farò colpo! 😉