Eh sì un segno la scuola me lo ha lasciato. E bello profondo. Un segno ancora troppo indelebile. Quando sei piccola e ancora poco pratica della vita, molte cose non le sai. Su molti eventi hai poco potere per rispondervi. Direi che almeno fino ai 7 anni la mia responsabilità era lieve, poi certo piano piano che cresci e che diventi sempre più consapevole, cerchi di ingegnarti, per superare senza troppa tristezza e andare avanti.
La scuola mi ha lasciato il segno poiché non mi sentivo compresa. Né dai compagni né dagli insegnanti. A quei tempi credo, neanche un’ insegnante di sostegno probabilmente esisteva. Insomma come ne sono uscita da quel periodo buio, in tutti i sensi, sono ipovedente, lo devo a me e alle persone che ho scelto di far entrare nella mia vita.
Oggi che ho 44 anni sto cercando di far pace con la Scuola. Con gli anni che vanno dai 3 ai 20 almeno. Sto cercando di tornare serenamente a quel periodo. Dico serenamente, perché ancora a volte soffro dentro se qualcuno mi comprende poco o non ascolta quando gli comunico la mia difficoltà.
Tuttavia ho imparato ad ingegnarmi non mi trovo quasi più allo stesso livello. Sono una spirale, ogni volta che credo di tornare indietro di regredire, in realtà è la vita che mi sta facendo la verifica. Mi chiede: a che punto sei con la tua apparente difficoltà?
Per questo ho scelto di fare esperienza con i bambini e con le educatrici, da ArtCounselor quale sono oggi. E’ di fondamentale importanza per me, lasciare quella famosa traccia alla Scuola. Lei che ne ha lasciata una a me tempo fa, oggi è ora di ricambiare. E solo riparando oggi. Perché solo ad oggi posso pensare. Anche se il passato quando si ripresenta sembra presente. Ecco, ho voluto farmi un dono in queste formazioni. Che sia con progetto GRAF, che sia con la mia collega Francesca Coddetta e il suo laboratorio sull’ intelligenza emozionale per bambini. Voglio far pace con le maestre, che non sono le stesse che avevo….
Voglio dire a lei (bambina interiore) che ogni tanto soffre di stare tranquilla, che oggi so come prendermi cura di lei.
E’ faticoso. Sembra quasi, impossibile. Può darsi. Io comunque continuo a cambiare il paradigma: se prima ho ricevuto del male, cosa posso fare oggi per riparare? Beh, con l’ aiutare chi come me ha sofferto. Chi come me ha una disabilità sensoriale. Chi come me, ha bisogno di supporto…. Chiaramente in maniera costruttiva e con responsabilità. E’ necessario che chi vuole essere aiutato faccia la richiesta. E’ necessario attendere che l’ altro esponga il suo bisogno. Come con i bambini è importante lasciar fare, lasciar esprimere il proprio essere in autonomia.
Lasciare il segno ieri ed oggi per me, è stato riparatore. Sono andata oltre le mie resistenze. Ho attraversato con la tempera gli specchi. Di varie corde colorate abbiamo creato un bambino, non abbiamo cercato di strozzarlo. Con la benda sugli occhi al buio, mi sono messa una mano sul cuore, per dipingere al ritmo di una musica tribale, il mio sentire. Ho camminato ad occhi chiusi mentre la mia collega di corso mi faceva sentire il fruscio dell’ acqua della fontanella. Dopo aprendo gli occhi e vedendola mi sono accorta, come una bimba che, mi scappava la pipì. 😉 Ho amato sognare gli Smarties colorati quando ognuna di noi faceva sgocciolare le tempere su un foglio in plenaria.
E lei, la mia bambina interiore, si è divertita. E’ passata dall’ individualità, alla collettività. Ha ascoltato le voci di altre bambine, che avevano paura, che provavano ansia, che non si sentivano capaci e poi… come per magia tra un capriccio e una risata, un grande mosaico si è formato incastrandosi spontaneamente.
I bambini vanno ascoltati. I bambini vanno lasciati esprimere. Per il loro benessere e per quello dei genitori.
Oggi finalmente mi lascio il segno, mi prendo la mano e mi porto con me! ❤
Riflessione su frasi celebri:
Anche gli adulti sono stati bambini ma pochi se lo ricordano.
Ci ho impiegato tutta la vita per dipingere come un bambino.
Io… Da educata ad educatrice? 😉 😉 😉
Sono stataz per un solo giorno purtroppo, al corso di scuolachelasciaunsegno.
Mi sono resa conto che con alcune modalità apparentemente semplici si passa da “io€ a “noi”..
Un mio disegno passato ad altre mani è tornato arricchito in una direzione che non pensavo, ma che ho subito sentita assonante..
Vedere il mio ritratto molto più gradevole del previsto mi ha fatto sentire inclusa più di mille parole.
Credevo sinceramente di poter giocare con abbandono soltanto con i miei bambini, cioè i miei pazientini, ma si può giocare con chiunque ti approcci con spirito di gioco e non debba dimostrare alcunché.
Grazie maestra!
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