Due libri in uno questo manualetto. Il primo narra le vicende, le esperienze, i ricordi dell’allieva del maestro, Patricia. Il secondo, contiene alcune trascrizioni della presentazione della gestalt terapy di Fritz, alla conferenza tenutasi in Canada.
Il presente volume porta a termine il compito che Fritz Perls aveva affidato a Patricia Baumgardner, ovvero scrivere su carta le esperienze e le testimonianze, l’eredità insomma, che Perls aveva lasciato. Patricia scrive almeno cinque anni dopo il 1969 quando era al lago Cowichan con il Maestro. Per Patricia l’eredità che Perls le ha lasciato è un dono. Molto vive in lei, nel suo corpo. La sta aiutando a crescere, ad evolvere.
Patricia in questo manualetto, ha come scopo di mettere su parola e nel migliore dei modi, alcune idee utili per il lavoro di terapia, per aiutare inoltre chi si sta accingendo a diventare terapeuta.
Una citazione che mi piace molto è: La terapia della gestalt è un modo di occuparsi di un altro essere umano, per dargli la possibilità di essere se stesso. E ancora, la terapia della gestalt è una terapia esistenziale che si occupa dei problemi creati dalle nostre paure di assumerci la responsabilità di ciò che siamo e di ciò che facciamo.
Fritz preferiva piuttosto che girare intorno alle cose, andare verso le cose, verso i bisogni anche corporei. Quindi piuttosto che parlare delle cose, si poteva viverle, farne l’esperienza. Poiché il terapeuta deve stargli accanto portando il paziente sempre più in contatto con se stesso. Non serve che il paziente sappia o capisca, egli è tenuto ad esperire. Se il paziente rimane nella sua testa niente cambierà in lui. Bisogna poi osservare le fughe del paziente per comprendere cosa evita. E poi farlo tornare consapevole del suo corpo e delle sue emozioni.
Fritz Perls dice. Non ti posso aiutare. Sarò con te. Tu farai ciò che riterrai necessario.
Come a dire che la responsabilità è del cliente, paziente….
Imparare a scoprire è uno dei postulati della Gestalt. La curiosità di sé è un bel viaggio.
Imparare a dire voglio piuttosto che, ho bisogno è importante. Poiché il corpo ha bisogno, mentre l’individuo, vuole, desidera.
La proiezione non è altro che la volontà di diventare ciò che chiediamo agli altri di darci.
Così il lavoro di Perls è completo. Portato avanti con amore dalla sua allieva, esso avrà un gran impatto nei futuri psicoterapeuti. Fritz vivrà in loro.
