C’ era una volta una forma, una forma delicata. Una forma così delicata che la si scorgeva appena.
I suoi colori erano visibili agli occhi di pochi. Era una forma molto sensibile. Entrava nelle vite degli altri in punta di piedi.
Lei voleva essere, voleva essere presente, in questo mondo. Aveva tutti gli strumenti, ma non sapeva come usarli. Almeno, ancora…
Lei, si chiamava Sarah…
Così, Sarah, ad un certo punto, si mise in un angolo. E cominciò a pensare. Pensò a quando era piccola. Pensò a come lo sguardo dei genitori su di lei fosse importante. Loro per lei erano importanti. Amava osservarli quando si guardavano. Amava quando sua madre la guardava con il sorriso e gli occhi accesi. Amava quando suo padre la guardava e la portava a giocare al parco vicino casa, nel periodo ginevrino.
Poi, d’ un tratto Sarah, tornò in sé. I suoi pensieri sull’ infanzia lasciarono spazio alla vita che conduceva. Pensò alle sue risorse. Voleva affrontare il mondo. Voleva trovare il suo posto, nel mondo. Voleva uscire. Voleva essere vista. Voleva marcare i suoi colori. Che Sarah fosse, accogliente, dolce e colorata andava bene. Voleva di più… Dentro sé aveva tanta energia da far uscire. Voleva affermarsi. Affermarsi laddove non era riuscita. Voleva esplorare. Voleva incontrare la vera lei.
Nutriva rabbia, Una rabbia che a volte non sapeva dove mettere. Una rabbia che prendeva molto spazio nel suo corpo. Un corpo che stava per esplodere. Sentiva il bisogno di dirigerla. Battere i piedi a terra come i bambini non era sufficiente!
Lei sapeva bene, che luci ed ombre potevano far pace. Sarah era tanto solare quanto oscura. Perciò, volendosi sentire libera, aveva bisogno di integrare. A cominciare dalla rabbia e dal dolore.
Sarah sentiva che stava traghettando, sentiva che si stava volendo bene. Sentiva che poteva lasciar andare. Sentiva che anche se da sola non sarebbe riuscita a fare tutto, poteva chiedere aiuto.
Era ora di muoversi, le mani sulla sabbia glielo chiedevano. il suo sentire ed il suo corpo erano in accordo. Così Sarah accolse la richiesta. Ormai era pronta. Pronta ad ascoltare e ad ascoltarsi. Era pronta ad amare, e ad amarsi.
Sarah aveva così tanta energia che, decise di darle un nome. Visto che aveva bisogno di essere accompagnata, decise che Maladan, sarebbe stata la sua compagna di viaggio.
Sarah si era presa un grande impegno. Un impegno molto importante. Con Maladan, era certa che ce l’ avrebbe fatta.
Sarah era cambiata, si era lasciata trasportare dalla sua delicatezza, a passo di danza. Aveva ascoltato il suo corpo. Aveva assaggiato il sapore delle sue lacrime, dolci e salate. Aveva imparato a fidarsi delle sue intuizioni…
Oggi aveva tutto. Il viaggio poteva continuare. Oggi vedeva, oggi si vedeva.
Sarah e la sua energia, sarebbero andate oltre. Sarah era tornata a casa. Una casa da dove poteva ripartire.
Quando evolvi non puoi che brillare della tua luce. Una luce benefica, per te e per chi ti starà accanto.
Sarah
Fiaba emersa a conclusione di un percorso formativo: Metodo Mandala Evolutivo di Gabriella Costa (TM). Per maggiori informazioni clicca qui: Il Mandala – In Cerca del Proprio Centro
E’ ora di ricominciare a…Vivere… Nessuno ce l’ ha insegnato…