
E le risorse piano piano stanno prendendo il loro posto. So bene che le ho sempre avute. So bene che erano nascoste in me da sempre. So bene che a volte me ne sono dimenticata.
Forse è il caso di dirlo, le ho messe da parte. Viviamo in un mondo in cui la sensibilità e i canali percettivo – sensoriali non sono ben visti. O forse è il mondo occidentale che vorrebbe farne a meno.
Si tende spesso ad intellettualizzare, a razionalizzare. Si tende a seguire le regole, a seguirle rigidamente, senza capirne il senso. Lo vedete che il senso torna? Qualsiasi accezione vogliamo dargli?
I canali della comunicazione sono 3 secondo alcune scuole. Non starò qui a dilungarmi… E sono: il visivo, il cinestesico, e l’ auditivo. Il mondo per cui è bello, perché è vario.
Chi mi conosce ha ben capito che la mia sensibilità è molta e in più il mio canale è la cinestesia. Io sento molto più di quanto si possa credere. Ascolto e sento le energie mie e degli altri. Ascolto il mio corpo e cosa mi comunica. Mi immergo nei processi delle cose da fare, con tutta me stessa. Come dire sono in contatto pieno. So bene che questa modalità non è funzionale, molto spesso. Solo che a modificare il mio essere non si farebbe altro che renderlo sterile e non più autentico.
Il contatto con le cose, con i progetti e con le persone ,dovrebbe avere un ciclo ben definito. Il pre-contatto, il contatto, il contatto pieno e il ritiro. Io invece mi immergo totalmente e poi mi ritiro. Questo è quindi un aspetto di me ancora da migliorare. Magari tagliare, e ritagliare quei frammenti di me che possono essere integrati e trasformati per essere poi utilizzati in maniera efficace. E magari chissà, alcuni, lasciarli andare.
Questo ricorda un po’ il mandala del post di ieri… In fondo noi siamo forme in divenire. Saremmo tenuti a trattarci con sacralità, una sacralità a 360 gradi. Con tutti i nostri, segni, i nostri significati, i nostri simboli.
La ruota gira per tutti. Anche per me che ho imparato a capire che quelle di scorta sono ancora più preziose di quelle stabilite.
La creatività è un piacere quando riesci a toccarla con mano, e con-tatto. La creatività è un canale, dove scorre e fluisce la vita di chi sa ascoltarla. La creatività è lo stato di grazia che si risveglia se ci credi con tutta te stessa.
Io ci sto…
O possiamo anche chiamarla, in terminologia occidentale, ipersensibilità? Io, per esempio, se non si è capito dalle mie poesie 🙂 sono un ipersensibile! Pro e contro….un’arma a doppio taglio…..Ciao Sarah! 🙂
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Eh sì, un po’ come tutte le cose… Basta farci pace… 😉
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Se ci si riesce…gli ipersensibili a volte combattono molto specialmente con e contro sè stessi…
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Certo è vero. E credo che lavorandoci tutto si sistemi. E’ un processo di crescita! 😉
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Eccome! In “lotta” continua con sè stessi per migliorare, per migliorarsi. Sempre.
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Una lotta salvifica!!!
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Incessante, ora dopo ora, minuto dopo minuto….respiro dopo respiro….
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“La ruota gira per tutti. Anche per me che ho imparato a capire che quelle di scorta sono ancora più preziose di quelle stabilite.” Bellissime queste parole!
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Grazieee 😉
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