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Ieri è stata una giornata molto formativa per me. Si è svolta una riunione di lavoro per preparare l’ anno 2017 nel migliore dei modi e partire alla grande. Decisioni da prendere, preparazione di iniziative, previsioni… La squadra che si occupa della destinazione Romana, composta da mini squadre, con le quali io collaboro, ha organizzato questa giornata al The Building Hotel . Struttura per altro molto bella, sita al centro di Roma.
Dicevo, una giornata formativa, che mi ha permesso, ma questo anche l’ anno scorso, di conoscere meglio le persone che compongono il Gruppo. Conoscerle meglio in un altro contesto, e con un’ altra modalità di fare riunione, stimola la composizione del gruppo.
E’ fondamentale, fare cambiamenti, fare modifiche. Questo porta il cervello a non atrofizzarsi. C’ è da dire che il gruppo ha subito una trasformazione: alcune persone lo avevano lasciato, ed altre erano entrate a farne parte, per cui una riunione così non poteva che essere produttiva.
La percezione che ognuno di noi ha degli altri è molto spesso riduttiva, oserei dire, relativa. La percezione può modificarsi, può cambiare. E soprattutto, la percezione che abbiamo degli altri dipende molto da quella che abbiamo di noi stessi.
Non è semplice gestire le dinamiche. Non è semplice uscire fuori dai conflitti. Non è semplice emergere. Quello che invece potrebbe essere semplice, è lavorare su se stessi per costruire una migliore relazione con chi ci circonda.
Sono certa che ognuno di noi faccia del suo meglio. Se motivati, anzi auto-motivati, e spinti dalla passione, questo è realizzabile. Se amiamo il nostro lavoro le gestiremo con più cura. Quanto più stimoli abbiamo, tanto più la volontà di fare è forte..
Mi piace immaginare la vita come la preparazione di un cocktail. Per esempio al Mixology Academy dove abbiamo fatto un’ attività di team building.
Prima ti alleni a prepararlo.
Poi:
Ti diverti
Impari
Segui i formatori professionisti
Ti alleni da solo
Davanti a tutti fai vedere la performance
E così la vita è un cocktail di cose: Prepari i bicchieri, conti, lo riempi, lo svuoti, lo bevi…. Potrai cadere, potrai sbagliare le dosi, oppure potrai scoprire che nonostante tutto, è buono.
La vita è un cocktail di passioni. Misurabili o meno… Al massimo conti bubble one, two, three… e ti passa la paura.
Giocare è la chiave… E ieri sera abbiamo giocato.
Ieri si è riformato il gruppo di lavoro per il 2017. Dove ognuno ha creato le linee guida per procedere nel suo lavoro. Io sono stata molto contenta di parteciparvi. Mi piace osservare, mi piace capire, mi piace ascoltare. In questo modo so dove poter eventualmente essere utile.
Per concludere: magari preparo i miei cocktail discretamente e magari scopro che sono pure buoni. Magari non verso esattamente come si è tenuti a versare. Magari mi perdo un passaggio… E allora chiedo, mi faccio aiutare, e magari scopro che molti sono anche disposti a darmi una mano.
Se fossi un cocktail, quale sarei?
Beh Spring Tale: Succo di pesca, prosecco e zenzero.
Ah dimenticavo, da bere a piccole dosi e moderatamente. 😉
Just bubble up!
Mi piace molto questo tuo articolo-riflessione: è molto accurata e fatta bene, non è banale nè assolutamente scontata. Sono dei pensieri che mi hanno fatto riflettere e mi sono soffermato su quando dici: “Non è semplice gestire le dinamiche. Non è semplice uscire fuori dai conflitti. Non è semplice emergere. Quello che invece potrebbe essere semplice, è lavorare su se stessi per costruire una migliore relazione con chi ci circonda.” Appunto, lavorare su sè stessi. Io cerdo sia la cosa più difficile e facile per certi versi, tutti siamo pronti e capaci a puntare il dito ma, guarda caso, mai lo puntiamo verso noi stessi se non raramente…. Grazie di questa condivisione: io, nel mio canto, cerco di lavotrare su me stesso, tramite la poesia e non solo….introspezione, ricerca del vero senso della vita (in parte trovata). Ciao! Carlo 🙂
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Ciao Carlo e grazie per il tuo contributo. Quanti complimenti, non sono abituata… 😉 Lavorare non è semplice se non ci metti passione, volontà, se non hai una motivazione, un obiettivo. Non è di certo semplice, perché la vita se non ti applichi tu, sarà lei a presentarti la difficoltà. E quindi allenarsi, rende le cose sempre più semplici. Ci vuole tempo, ci vuole pazienza. È un processo. Per quanto riguarda il puntare il dito verso l’ altro, bisogna ricordare sempre che altre 4 dita puntano su di noi… È molto bello che tu attraverso la poesia riesca a fare un viaggio introspettivo. Ognuno il suo metodo. Il senso della vita? Ognuno il proprio. Allora, buon lavoro! 😉
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Grazie Sarah Maria, concordo pienamente con te su tutto quello che hai scritto: ad ognuno il proprio modo-metodo per creare spazi di vita interiore ed esteriore (con gli altri) che siano “pacifici” e soprattutto che ci diano una bella soddisfazione interiore. Per crescere. Sempre. Quanti complimenti? Io scrivo di getto, sono un istintivo, quindi se scrivo complimenti ad una persona è perché me lo sento dentro e non di certo perché prima ci ho tanto ragionato sopra….;)….Sono fatto così…che ci vuoi fare? Buona notte e grazie ancora! 🙂
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D’ altra parte scrivi poesie, e le migliori poesie sono quelle scritte quando si è nel flusso! 😉 Grazie a te! Buonanotte! 😉
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