Una bambina, una pietra ed un albero. Sono i personaggi di una storia molto particolare, che ad ogni lettore potrebbe capitare.
La bambina aveva l’ abitudine di giocare per conto suo, e di inventare storie. Storie particolari, i cui protagonisti erano personaggi anche essi particolari. In questa storia i protagonisti erano. lei, una pietra ed un albero.
La bambina si chiamava Samirah aveva otto anni ed era attratta dagli oggetti magici.
L’ albero era un Pesco, dal profumo di primavera.
La pietra era un’ ametista, dal color viola autentico. Scacciava le “brutte cose” diceva a volte Samirah.
Samirah sedeva spesso vicino al suo pesco preferito. Ed era solita raccontargli tutto ciò che le accadeva. Ma oggi un altro ascoltatore si sarebbe unito. Eh sì, la piccola ametista. Samirah aveva sempre più bisogno di ascoltatori. Era giunto il momento della piccola pietra che scacciava la negatività.
Si sa che i bambini a quell’ età cominciano a capire, a realizzare, a formare la loro identità. E lei voleva capire ancora e ancora di più. Era curiosa…
Ciao Piccola Pietra come stai oggi? Sai che volevo parlarti da tanto tempo? Mi piace tanto il tuo colore… Un viola così bello, e prezioso. Mi piace tanto… Pensa che mi sarebbe piaciuto nascere con gli occhi viola… 😉
L’ ametista guardò il Pesco un po’ frastornata.
Tu, una bambina, un’ umana con gli occhi viola????
Beh sì, cosa ci sarebbe di strano pietra?
Di strano ci sarebbe, che non saresti una bambina ma una pietra. Non bisogna desiderare sempre quello che è di un altro sai? Ognuno ha la sua particolarità. Ognuno è prezioso a modo suo! Io per esempio, non potrei desiderare di far crescere delle pesche… Ti pare?
Samirah si girò per guardare il suo albero preferito, il Pesco. Egli sembrò sorriderle. Allungò un ramo, come per accarezzarla. Lei abbracciò il tronco, che l’ aveva protetta sin da piccina.
Pesco, ma perché Piccola Pietra mi parla così….? Cosa le ho detto di male?
Il pesco, la strinse a sé e sorrise.
Ametista ti sta solo dicendo che ognuno ha un dono unico e irripetibile. Per esempio il suo colore viola non è uguale a nessuna altra pietra. Lei è unica e le sta bene così…
Samirah ci pensò su. Si sedette ai piedi dell’ albero. E non parlò più per un bel po’. Si era un po’ risentita, in fondo aveva espresso un ‘ opinione… Uffa!!!
Samirah era una bambina molto sensibile che a volte aveva strane richieste. Forse sognava tanto. Sognava perché forse non voleva troppo vivere la sua realtà. Una realtà dove vi era poca magia.
Piccola pietra allora le parlò quasi l’ avesse sentita.
Samirah, se tu hai deciso di portarmi con te, di poggiarmi sul tuo cuore e non altrove, significa che vuoi fidarti di me. Significa che in fondo sai che io ti aiuterò, che ti guiderò. Vuol dire che sai che ti sarò accanto per aiutarti in maniera giusta no? Non guastiamo tutto adesso, su…
Samirah non aveva tanta voglia di parlare…
Il Pesco fece cadere uno dei suoi frutti, proprio su una gamba di Samirah. Era un albero dispettoso, che sapeva sempre come catturare l’ attenzione di Samirah, quando si impermalosiva.
Samirah voleva più magia nel suo mondo. All’ improvviso si mise a parlare con i suoi amici.
Sapete, io ho un po’ paura di crescere, perché non so se potrò ancora sognare. Non so se potrò ancora raccontare storie strane. Non so se potrò inventarmi ancora dei personaggi invisibili che parlano con me. Io vorrei avervi sempre con me. Come ora… Vi voglio bene e mi date tanta bella energia. ❤
Pesco e Ametista, si guardarono con sguardo di intesa:
Samirah, noi saremo con te ovunque. Saremo con te se tu vorrai posare lo sguardo su un pesco. Perché il Pesco grazie al vento porta semi e continuità.
Saremo con te quando vorrai posare i tuoi occhi su un’ Ametista, una drusa…
La magia è nelle cose, la magia è in te. La magia la crei tu. Non ha importanza quanti anni hai. Ma quello che sei e che senti.
Samirah si sentì rassicurata e piena di energia. Mangiò il frutto, abbracciò il suo albero, e baciò la sua ametista. Si sentiva in pace con se stessa e con il mondo…. Ecco era questa la vera magia….. ❤ L’ aveva trovata! Ed era reale, era vera! 😉