
Mi sveglio alle 9h00, penso, vado o non vado? Sono stanca, ieri ho fatto tardi, ho sonno. E poi, sicuramente pioverà. Questo il mio dialogo interiore questa mattina! Dal 2012 non ne manco una, di Race, e proprio oggi mi devo far prendere dalla pigrizia? Non mi sembra proprio il caso, e poi se piove apro l’ ombrello. 🙂
Mi vesto, mi avvio, con calma. Sì con calma. Non importa il tempo, quello che importa è con quale intenzione ci sto andando, alla maratona. E la mia intenzione è simbolica. Voglio stare con la gente, voglio respirare solidarietà, fiducia, e buona energia. Voglio combattere umanamente. Ognuno di noi ha una storia da raccontare. Ognuno di noi che sia un tumore reale, o simbolico, ha il suo cancro da combattere. Sono serena. Sono con gli altri, sto bene.
Arrivo al Circo Massimo. I colori rosa, blu, verde e bordeaux, colpiscono e attirano la mia attenzione. Che bella vista, che armonia! Sul muro deposito la mia dedica, voglio lasciare una traccia del mio passaggio. Anche quest anno ce l’ ho fatta. Ho partecipato. Da sola, ma anche io c’ ero. Che poi anche se ero da sola per la prima volta, ero insieme a migliaia di persone. Una chiacchera lì, una chiacchera là e tutto scorre.
Il palco si anima, ci siamo quasi tutti. Spettatori in attesa, anche io mi sento in attesa. La musica risveglia ricordi del passato quando ero più giovane. E’ tutto perfetto. Dicevo, il palco si anima. Sale Arianna, una ragazza, di 25 anni. Tra il brusio, della folla, io mi concentro su di lei, sulla sua storia, sulla sua voce. E’ la storia di una ragazza, che a soli 25 anni ha scoperto di avere un tumore al seno. Proprio a lei. A lei che stava per conseguire una laurea Magistrale. A lei che stava per intraprendere una convivenza. A lei che aveva tanta voglia di divertirsi. Invece no, la vita aveva programmato altrimenti.
Arianna, in quel momento mi restituisce tante emozioni, tante risonanze. Mi sento unita, sento come se un sottile filo rosa, ci unisse. Non ho avuto la sua stessa malattia, ma so cosa significhi combattere e non darla vinta. So cosa significhi avere accanto, famiglia, amici e conoscenti, che ti tendono una mano, quando sei veramente a terra. Quando sai che l’ unica risorsa che hai è agire, è combattere ed è accogliere quello che non vorresti mai aver ricevuto dalla vita. Lei, il tumore al seno, io una vista bassissima.
Lei come me ha creduto in sé anche quando non lo credeva possibile. Lei come me, ha dato spazio alla creatività. Una creatività che le ha acceso nuovamente il sorriso. Un sorriso, proveniente dall’ anima.
Arianna ha riscoperto l’ odore dell’ amore. Arianna, ha dovuto far pace con il suo corpo. Arianna ha accolto la sua malattia, per ripartire più forte.
Arianna, mi ha commosso. Arianna ha commosso. E lei come le tantissime donne in rosa, competitive o meno, è stata il nostro filo di Arianna. Ci ha guidati, oggi. Ci ha fatto capire quanto la malattia, possa essere una benedizione e una lezione. Eravamo Una Squadra!
I pazienti insegnano, dice il Professor Masetti. Le donne in rosa, guardiane della vita testimoniano che ce la si può fare.
Come ogni anno, la maratona è stato motivo di orgoglio. Non è mai la stessa. Come Eraclito penso che non ci si bagni mai nello stesso fiume. Puoi fare cose apparentemente uguali, ma impari sempre altro e di più.
La vita va vissuta, va sperimentata, va curata. La vita va nutrita. Non importa se corri o cammini. Quello che conta è che tu vada, vada avanti!
Ah, dimenticavo… Non è piovuto!!! ❤ Grazie Sole! 😉