Ieri sera ad un certo punto vedendo che ero sola, che non sarebbero tornati prima di un’ oretta e mentre mi cucinavo la cena, ho colto la palla al balzo e ho iniziato a dialogare con me stessa.
No, non ho detto monologare. Ho detto dialogare. mi dispiace per chi fa teatro, io ieri sera ho parlato con me stessa.
Gesticolavo e parlavo. Argomentavo e davo le mie ragioni, le mie motivazioni. Avevo bisogno di essere ascoltata veramente. E quindi ho chiesto a me stessa di farlo. E la me stessa, c’ è stata. Si è posta di fronte a me e mi ha osservato. All’ inizio ero arrabbiatissima. Dentro me sentivo un peso sul cuore. Faceva male. Tanto male. Come ogni volta che qualcuno non ha tempo per te. Come quando ti dice “Senz’ altro, sì sì…!” non tanto per la frase, quanto per il tono, sai bene che non lo farà. Io percepisco ogni minimo dettaglio. Non sempre ma spesso. Anche se a volte, giro pagina, non fa niente. Vado oltre. Io sono responsabile di quello che sono e faccio io, l’ Altro ha il suo percorso da seguire.
Instaurare un dialogo con me stessa è stato fondamentale, ieri. Ho liberato tutta l’ energa, quella pesante, e ho chiesto che venisse trasformta, in qualcosa di utile. Io credo molto nel riciclo, mel riciclo creativo: “Tutto si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, se non erro lo disse Lavoisier. #Valeovunque. E io ci credo. E per cui ho chiesto che ciò accadesse. Sentivo quell’ energia come “negativa” e allora non potendola buttare, ho chiesto che venisse trasformata, riutilizzata per il “positivo” che c’ è nelle cose e nelle persone. Negativo, positivo, non lo so se esistano davvero, molti Antichi hanno aperto dibatiti in meito, non voglio farlo io, qui, stasera.
Credo di aver sistemato molte cose, ieri sera. Ho messo un po’ d’ ordine nei miei pensieri, so cosa voglio ora e per il future, ho anche stabilito che se qualcuno ce l’ ha con me, me lo verrà a dire. Io non posso fare niente se di punto in bianco non gli vado più bene. Io chiedo, mi informo, ma se non mi si vuole dire nulla, e l’ atteggiamento non combacia, non è coerente con lesue parole, non è mia responsabilità. Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisce! E se non ha capito, me lo richiedesse di spiegae ancora. La me stessa che mi ascoltava sapeva che stavo facendo sul serio, e che non erano i soliti propositi di fine anno. Le sembrava quasi un Credo. Mi sa che è così! Basta storie, basta complicarmi la vita. Per il momento ho questa da vivere, per la prossima staremo a vedere.
Grazie Sarah!
Questa mattina sul tappeto, ho visto una lucina, mi sono avvicinata, ma niente non c’ era più. Poi ho capito, un Angelo si stava prendendo cura di quanto detto ieri sera!
chi fa teatro , sa quanto fondamentali siano i dialoghi con se stessi 😉
Di solito funzionano magnificamente, sia sulla scena che nella vita !
Un abbraccio,
Barbara
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Grazie Barbara. Quindi è sottile il confine tra monologo e dialogo!? 🙂
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in realtà c’è chi sostiene che il monologo non sia pura scrittura teatrale, è il dialogo la scrittura teatrale per eccellenza, quello con se stessi è poi sublime espressione di noi 😉
un bacio,
Barbara
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Bello! Grazie! ❤
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grazie a te 🙂
Un bacio
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Salve sara , argomento davvero interessante , io penso che dentro noi stessi ci siano altre entità che noili chiamiamo “sentimenti”
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Grazie! 🙂 Concordo anche io!
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I sentimenti hanno pensieri a parte odio solo pensieri di odio , amore solo pensieri d’amore loro si che hanno un monologo con se stessi , noi invece possiamo parlare con loro cercando un accordo e formando la nostra identità
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Mi piace questa visione! Grazie! 😉
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