
Stavo pensando a cosa farci, a cosa farci con le parole che ho sentito dire dalle persone in questa settimana. Ammetto che le ho estrapolate dai discorsi più disparati. Chiaramente non sento e non capisco tutto quello di cui parla la gente. Chi prende i mezzi pubblici come me, non può fare a meno di ascoltare. E credimi accade molto spesso.
Ebbene, ne ho sentite tante, Tante parole che come ingredienti di un dolce, o di piatto salato, io vorrei mettere qui sul vassoio della creatività. Che ricetta potrebbe venir fuori con:
Cattiveria; emarginare; dimenticare; evitare.
Condivisione; unire; aiutare; bene.
Io no smetto mai di ripeterlo, che le parole hanno un peso, che non sempre sono facili da digerire, che le intenzioni non hanno niente a che fare con quello che si pronuncia. Perché? Perché se io dico una cosa all’ Altro, l’ Altro non sa cosa penso. Per cui quando si pronunciano parole, leggere attentamente il foglietto illustrativo, che non per nienete si chiama bugiardino, sbaglio?
Le parole creano muri o ponti, dipende cosa si dice o si scrive. Le parole sono ambigue, come ogni cosa hanno due facce, magari di una stessa medaglia ma sono ambigue.
Le parole sono un’ arma a doppio taglio, le parole sono spine, sono spade, sono sassi. Le parole sono piume, sono cuscini, sono carezze emotive.
Le parole vanno usate moderatamente. Non per niente si dice che qualcuno creò l’ Uomo con una bocca e due orecchie. Aprire bocca e dargli fiato, spesso provoca solo aria fritta. E si sa, ll fritto fa ingrassare. Per cui gonfiarsi di orgoglio o essere pieni di sé solo per il gusto di parlare, non porta a nulla.
Ecco la mia Ricetta Creativa:
La condivisione unisce e aiutare fa bene.
Si dimentica spesso che evitare ed emarginare è pura cattiveria.
Ci si dimentica spesso di aiutare e condividere preferendo evitare con cattiveria. Così non si unisce, si emargina.
E tu che mi dici? Quale parole ti sono rimaste in gola? Puoi farci una ricetta dell’ ultimo momento? Fammi sapere!