Una sera tranquilla come quella di oggi. Una sera di quelle sere che sei contenta perché è venerdì. Di quei venerdì che il sabato non lavori. E sei felice, perché potrai dedicarti a quello che ami da sempre fare: scrivere! Eh sì, quanto mi è mancato farlo. Per ben sette giorni senza, che ero in astinenza! La scrittura mi riempie il cuore e dissipa le mie paure, mescola le mie gioie. La scrittura che mi fa riflettere, che mi fa accendere le idee. La scrittura che mi fa sentire come Nino, quel famoso ragazzo dalle spalle strette che tutto sommato si farà. Io non ho la maglia numero 7 e non gioco a calcio. Ma ho un numero nel mio cognome (8) e sto giocando la partita della mia vita. Eh sì vinco, perdo e pareggio.
E così:
Sole sul tetto dei palazzi in costruzione
sole che batte sul campo di pallone
e terra e polvere che tira vento
e poi magari piove
Nino cammina che sembra un uomo
con le scarpette di gomma dura
dodici anni e il cuore pieno di paura.
La partita che gioco non sempre è facile, ma tengo duro, si tengo duro con tenacia. Perché io non la do vinta. Possono dire e fare quello che vogliono ma io sono tenace e chissà un gol un giorno lo farò. A modo mio ma, lo farò!
Il coraggio ce l’ ho. L’ altruismo anche! E la fantasia? Scherziamo? Quella la posso vendere, regalare, distribuire!!!
Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore
non è mica da questi particolari
che si giudica un giocatore
un giocatore lo vedi dal coraggio
dall’altruismo e dalla fantasia.
La tristezza è un muro tra due giardini diceva Gibran. Io dico che serve a fare emergere le parti migliori di noi. Quelle parti nascoste e che sveli solo a chi vuoi tu. Quelle parti che forse sveli per la prima volta anche a te stessa. La tristezza è l’ altra faccia della gioia e va vissuta, oh sì!
E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai
di giocatori tristi che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro al bar
e sono innamorati da dieci anni
con una donna che non hanno amato mai
chissà quanti ne hai veduti
chissà quanti ne vedrai.
Mettere il cuore in ogni cosa, per me è una tassa, è di prassi, non manca mai. Che quando lo faccio sento come se andassi in macchina o in moto e vado via veloce e mi sento leggera! Quella è la forza che ti fa emergere quando credevi di essere andata giù!
Nino capì fin dal primo momento
l’allenatore sembrava contento
e allora mise il cuore dentro le scarpe
e corse più veloce del vento
prese un pallone che sembrava stregato
accanto al piede rimaneva incollato
entrò nell’area tirò senza guardare
ed il portiere lo fece passare
ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore
non è mica da questi particolari
che si giudica un giocatore
un giocatore lo vedi dal coraggio
dall’altruismo e dalla fantasia.
C’ è chi ha tecnica e c’ è chi è. Credo personalmente che la tecnica possano impararla e affinarla tutti. Ma il saper essere o ce l’ hai o non ce l’ hai, non te lo insegna nessuno . E’ un regalo che va curato e affinato magari chissà con la maglia numero 8!
Il ragazzo si farà
anche se ha le spalle strette
quest’altr’anno giocherà
con la maglia numero sette.
E io continuo a correre immaginando chissà che, il portiere mi faccia passare… D’ altra parte è la dure legge del gol…Si vince si perde si gioca! E l’ allenatore magari … sarà contento!
Analisi stupenda di una opera d’arte del grandissimo Francesco de Grigori! La adoro come molte altre sue creazioni. Grazie a te per averla riesumata all’attenzione di tutti i tuoi lettori! Complimentissimi!!! (E grazie!)
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Wow grazie a te per aver letto! Sono una nostalgica e per me questa canzone è significativa. Ci sono cresciuta e me la porto nel cuore! La custodisco fortemente!
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Anche io quindi posso capire quasi classe…
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Io porto il numero 4 come Oriali…e qualcuno ringrazia sempre.
Bello questo post 😉
Buon weekend
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Grazie Drimer 😉 e ad ognuno il suo numero!!!
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