Un biglietto da visita? E chi l’ avrebbe mai detto uno tutto per me, proprio oggi.
Non ho mai avuto reali biglietti da visita. Me li sono inventati, me li sono fatti stampare quando ero piccola, ci giocavo, li distribuivo. Quanti ricordi!
Quanto è difficile presentarsi all’ Altro. Quante cose vorresti dirgli. E quante cose ho detto in effetti. Sono un vulcano di idee. Ho tante cose da dire. Sono una persona silenziosa, ma quando mi fanno parlare, non mi fermo più. Come dire, mi danno il la, ed io inizio a cantare. Ho spaventato alcuni, comportandomi così… 😉
Quante volte ho straparlato, raccontando di me a chi voleva saperne di me. Quante volte mi sono accorta solo alla fine che ero andata fuori tema, che quella persona, non mi ascoltava più, quante volte mi sono vista rifiutata per la mia troppa esuberanza nel raccontarmi.
Lo so oggi cosa vuole dire presentarsi, farsi avanti, raccontarsi. Lo so oggi che ho capito chi sono, dove voglio andare e come raccontarmi nel presentarmi.
Il mio è un biglietto da visita, nel vero senso dell’ espressione. Io te lo consegno, e tu lo accetti solo se avrai voglia di venirmi a fare visita. Hai la scelta, non ti obbligherò. No.
Il mio è un biglietto di andata. Il mio è un biglietto di andata sì. Spero che chi lo prenderà con sé ne avrà cura. La stessa cura che io ho messo nel crearlo.
C’ è chi penserà “e che ci vuole a fare un biglietto da visita, con tutte le tecniche di oggi…!” Tutte le tecniche di oggi non rimpiazzerano mai, la cura che un individuo ci mette nel prepararlo. Quando io prendo/accetto un biglietto da visita guardo la cura, l’ attenzione, la sfumatura, il dettaglio. I colori e la scritta mi colpiscono. Più del ruolo che si ricopre. Perché prima di tutto siamo persone e poi ricopriamo ruoli. E’ chiaro che se mi serve un grafico, potrà accadere che in quel momento il biglietto da visita di un ingegnere non mi interesserà. E’ lecito.
Io sono come il mio biglietto da visita di oggi, semplice e creativa. Amo leggere e scrivere. Vivo tra sogni e realtà. Mi piace andare a tutta velocità quando mi sento leggera. Io sono tante cose. Sono tante cose sì. Ma ho deciso che sarò almeno una cosa a seconda del contesto. Eh sì sembra poco ma è importante. Presentarmi all’ Altro sarà impossibile se prima non avrò chiaro chi sono io per me stessa. Ho fatto l’ esperienza coraggiosa di andare a chiedere ad amici, parenti e colleghi 3 aggettivi su di me. Il loro primo aggettivo è stato quello del primo impatto appena conosciuta e gli altri 2 dopo avermi conosciuta. Ebbene io per ogni contesto sono risultata tante cose. Ho raccolto tante sfaccettature di me, tanti lati di me che volente e nolente sono parti di me.
In fin dei conti:
Storytelling is better than telling stories. Le Storie da raccontare sono meglio del raccontare storie.
Sarah
Diamo senso al:
Con – Testo; Contestare; Contesto.
La mia parola di oggi!
PromozionArti – Il mio biglietto da visita – Personal Branding. Curato e condotto Da Paola Bonavolontà