
Cosa troviamo nella parola ascoltare?
Io ci ho trovato: colto. Può stare a significare, che sa, erudito. Oppure può voler dire, cogliere, prendere, carpire.
Fondendo le due accezioni, potremmo dire, che questa parola, stia a significare: so di poter cogliere.
Bene, ascoltare è darsi la possibilità di accogliere se stessi e l’ Altro.
Se invertiamo As, di ascoltare troviamo appunto sa, di sapere.
Vi ho imbrogliato le idee che dite? 😉
Può essere. Tuttavia quello che ho fatto è ascoltare e a-c.cogliere, quello che mi veniva. Nel flusso della scrittura e della mia mano, che scorre e che va. C’ è un messaggio, in questa parola. Sì sì, c’ è.
Ascoltare è silenzio. E’ darsi i propri tempi. E’ dare il tempo al tempo. E’ avere la pazienza, quel che sarà sarà. Senza troppe aspettative. In fondo quello che potrebbe arrivare, arriva comunque.
Così imparo ad ascoltarmi. Imparo a sentire, la mia voce, il mio corpo i miei pensieri. D’ improvviso, silenzio. Accolgo. Aspetto. Quello che accadrà, è la selezione naturale di cose e persone. Promesse non mantenute, esempi non dimostrati. Io ascolto, sono in ascolto. Come mi fa sentire tutto questo?
Lascio andare. Scivolerà, questo momento. Scivolerà. Saprò come relazionarmi in una fase successiva. Prenderò questi momenti come esempi, per stare in ascolto su di me. Chiudo gli occhi e respiro. Chiudo gli occhi e tutto scorre, tutto passa, passa comunque.
Io scrivo in questo blog, che non è professionale. scrivo in questo contenitore dove lascio il mio sentire alla portata di chi vorrà mettersi in ascolto. E’ un blog delle mie fasi. Delle mie esperienze. Nessuna tecnica, nessuna tattica. E’ il blog, dove la scrittura si fa porta-voce del mio fluire, Qui e ora. Perché Qui e ora nel mio blog io sono in presenza, sono in ascolto. Io sono qui, ora. Dallo sfondo metto in figura
La scrittura mi ha sempre aiutata a capire, a ricordare, a fissare, a sentire. a VEDERE. Sto molto meglio nel mentre e dopo. Va bene così. Sì sì va bene così.
Io non amo le convenzioni, non amo molto la tecnica e le regole. Le uso certo, per strutturare un po’ la mia vita. Solo il quanto basta comunque. Come quando mi chiedono, quando prendi il diploma, poi quando ti lauri e poi, quando ti fidanzi e poi, quando ti sposi, e poi, quando fai figli? Insomma io credo che la vita vada vissuta come uno può. Come uno ama viverla. L’ importante è essere consapevoli di quello che si vuole e di quello che non si vuole. E’ importante ascoltarsi autenticamente e onestamente. Senza alibi o scuse.
Ecco perché vi dico che forse proprio oggi consapevolizzo che, ho colto, ho carpito e so. Eh sì, ho imparato ad ascoltarmi e ad ascoltare. E soprattutto, sento!
Un abbraccio.
Sarah ❤