Conversazione con Elisa

Un giorno una bambina mi chiese se dovesse per forza prendere le medicine per guarire dal raffreddore e dalla febbre e per quanto tempo. Faceva molte assenza a scuola e i compagni la prendevano in giro. La guardai, stupita. Una bambina che chiede a me questo genere di cose. Non la conoscevo. Mi trovavo in un parco di quartiere, così per caso. Mi ero seduta su una panchina a leggere. Non l’ avevo vista, ma lei aveva visto me.

Non sapevo cosa rispondere. Era piccola, avrà avuto 5 o 6 anni al massimo. Non potevo dirle qualcosa di troppo serio. E optai per una piccola metafora.

Si chiamava Elisa.

Sai Elisa, ci sono cose che non ci piace fare e cose che invece adoriamo fare e per fare quello che adoriamo fare dobbiamo passare per quello che non ci piace tanto fare. ci vuole tempo…

Elisa non capì. Lo leggevo dalla sua espressione sul viso.

Ti racconterò una storia. C’era una volta una bambina di nome Sarah a cui avevano regalato una bicicletta. Questa bambina aveva ricevuto per regalo una bicicletta. Una bicicletta particolare. Una di quelle con le rotelline dietro. Quelle per non cadere. Sarah aveva 5 anni, e tutti i bambini della sua età la prendevano in giro perché ancora non andava sulle 2 ruote come tutti. Lei soffriva molto per questo. Non capiva perché ridessero di lei. Non capiva cosa ci fosse da ridere se una bambina aveva ancora bisogno di 2 rotelline amiche.

Elisa mi guardava interessata. Sembrava non avesse fretta nel ricevere la risposta alla sua domanda. Ed io pensai, brava, non bisogna avere fretta! Voleva saperne di più…

La bambina Sarah, anche se triste, proseguì con l’ andare in bicicletta, quella a 4 ruote. I suoi genitori le avevano detto di non essere triste che poi le rotelline presto le avrebbe tolte. Per ora era meglio tenerle, non si sa mai. Ogni cosa a suo tempo pensava Sarah. In fondo un po’ lo aveva capito. Non avendo una buona vista i genitori temevano per lei. Avevano paura che si potesse fare male.

Elisa, sempre in silenzio, mi guardava, quasi a volermi chiedere qualcosa. Questa volta lo fece:

Sei tu Sarah, la bambina della storia?

Rimasi stupita. Era già molto intelligente e preparata.

Eh già Elisa, sono proprio io. Anche oggi per molte cose ho le rotelline dietro come amiche. Anche oggi che ho deciso di pedalare verso la mia strada io devo stare attenta. Sai, io ho fatto tutto, o quasi, in ritardo. Ho fatto ogni cosa quando era il momento. E ancora oggi a volte mi prendono in giro. Io ho 40 anni, Elisa, ma non li dimostro, perché ho tante e  ancora tante cose da fare. Perciò anche se le medicine non ti piacciono, tu prendile e ingoiale, il tempo farà il resto. Vedrai tutto si risolve se resti forte e sorridi.

Elisa, si avvicinò, mi abbracciò. Io rimasi stupita. Un abbraccio così da quanto tempo non lo ricevevo!

Tutto questo per dire che molto spesso, le situazioni non ci piacciono. Oppure veniamo criticati o derisi, bene, succede. Solo che io oggi ci passo sopra e ogni tanto le rotelline amiche le tiro fuori quando sono stanca. Perché no? La vita è sperimentarsi. La vita è fare, è creare, è innovarsi. Io ho fatto molte cose in ritardo, forse… Ma ritardo rispetto a chi, rispetto a cosa?

Forse, io semplicemente, assaporo, metabolizzo, e metto in atto. Io non gareggio, non mi interessa. Proprio no.

Ho voluto la bicicletta? Ora pedalo. Di strada ne ho tanta ancora veramente tanta ancora da fare! Non ho tempo di pensare.

 

9 pensieri su “Conversazione con Elisa

  1. Se fossimo perfetti saremmo anche molto tristi. E se oggi puoi andare dritta per la tua strada lo devi solo a te stessa ed alla tua grande forza interiore. Grazie Sarah per questa emozionante riflessione. Ciao, Piero 🙂

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    1. Grazie Piero. Sono consapevole che purtroppo io faccio parte di un mondo a parte. Fatto di persone che credono ancora in forza, tenacia e volontà. Ciliegina sulla torta? Amore, non competizione. Lascio agli altri la visibilità! 😉

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