Fare i conti con l’ impotenza è questo il punto. Non puoi aiutare. Non puoi essere utile. Non puoi soluzionare. Puoi solo attendere che passi. Tutto scorre, panta rei. 🎈
Quante volte avrei voluto tendere la mano, ma già da un po’ non lo faccio più. Le persone si abituano, e poi se ne approfittano. Inoltre non puoi aiutare chi non vuole essere aiutato e costruisce un muro.
Quante volte avrei voluto dire una parola di conforto, ma chi non ne vuole sapere, non vuole ascoltare, non vuole capire, non vuole il tuo conforto, non sa che farsene. Non puoi costringere qualcuno a farlo.
Quante volte avrei voluto accennare un gesto, ma chi non ama la vicinanza, non vuole essere toccato, non vuole essere invaso dall’ insistenza altrui.
L’ impotenza, è qualcosa con cui dovrò fare i conti, infondo non sono nessuno, non sono onnipotente, non sono niente. E proseguirà, sì proseguirà la mia vita. Una vita fatta di concretezza, e di fantasia. Fatta di pensieri e di fatti veri. Fatta di creatività e di intuito. Perché se gli altri non vogliono nulla, tu non puoi offrire nulla. Verrà da sé, tutto avverrà da sé.
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Sarah
sii gentilmente insistente ! Non arrenderti ai muri ! Lo so che tu lo fai già 🙂
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Sì sì lo faccio, non mi arrendo! 😉
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Triste. Ma vero temo. Però a volte i silenzi sono solo silenzi… chissà.
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I silenzi fanno rumore. Ma io aspetto una parola. Non posso far nulla.
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Mi spiace non conosco la situazione. Ti sono vicino col pensiero bedduzza.
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Ahahah, grazie!!! 😉
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_l’impotenza è nel pensare di poter fare qualcosa quando quell’unica cosa che si può fare, in certe situazioni, è “accettare”. Il voler aiutare, spesso, nasconde una forma di ambiguità che dovrebbe far nascere altri tipi di domande per avere delle risposte diverse. Forse, prima di voler salvare gli altri, si dovrebbe salvare se stessi senza dover cercare di “essere capaci” e “bravi” salvando gli altri. [Riflessioni ad alta voce]
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Grazie per questa riflessione. Fa veramente pensare! Grazie!!!
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_ti dirò, ho riflettuto parecchio e rifletto ancora sulla parola “aiutare” con tutto il contorno che ha e che si porta dietro. Ogni tanto afferro qualche significato, giusto o corretto solo per me, naturalmente. Sembra una parola di semplice comprensione, pulita, naturale ma quando ci si riflette su, emergono significati nascosti. Aiutare che genera impotenza o aiutare che genera felicità, per rimanere in un contesto ristretto. Tuttavia, si nascondono meccanismi ben più sottili che, spesso per andare verso l’altro, dimentichiamo di indagare cosa veramente accade dentro di noi. [Riflessioni ad alta voce, parte 2 😉 ]
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Credo che si tratti di risonanze energetiche. Se è vero che siamo tutti collegati e che siamo anime in sperimentazione sulla terra, allora è così, dobbiamo cancellare le memorie. O dobbiamo cancellare le impronte delle nostre vite precedenti. Siamo uno, se qualcosa dell’ altro ci fa eco, e ci tocca, è perché infondo ci appartiene, nel bene e nel male.
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_si, credo anch’io, risonanze energetiche 😉
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