Giulia, una manager di 35 anni, stava correndo nei corridoi dell’azienda in cui lavorava. Non ne poteva più di correre. Per fortuna era venerdì e il fine settimana, si sarebbe affacciato presto.
Chiamò l’ascensore. Doveva andare alla riunione, doveva essere puntuale. 35esimo piano… Giulia era anselmoira, spingeva il bottone del piano, ma il bottone dispettoso, si accendeva e si spegneva, come a dire. “Te piacerebbe eh?” Certo, il bottone ora parlava e in più in romano… sbofonchiò frettolosamente Giuliaaa. Le venne alla mente la canzone delle Vibrazioni, va beh… Ad ogni tentativo quindi l’ascensore che sembrava d’ accordo con il bottone, faceva su e giù, non raggiungendo mai il 35esimo piano. Anzi, rimase sospeso.
Ma cosa stava succedendo? E proprio oggi, poi? Si sentiva persa Giulia, quasi svenire. Si affacciò all’ unica feritoia dell’immenso ascensore. Come una mongolfiera viaggiava sospeso nell’ aria calda del cielo. Ma dove era capitata? Cominciò a sudare, a piangere, stava arrivando l’anselmoira. Aiuto! Sussurrò tra sé e sé.
Poi d’ improvviso, una farfalla, le si posò sul naso. Giulia la sfiorò con le dita delle mani, in questo modo si svegliò completamente, dando vita ai suoi occhi umidi e stanchi.
Giulia aveva fatto un incubo. Giaceva sul suo lettone. Era una splendida domenica mattina. Meno male pensò. Armesica e paciosa, si addormentò nuovamente.
Esercizi. L’ arco drammatico di Freytag o la piramide di Freytag